Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
DIAVOLACCIO.
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Dizion. 5 ° Ed.
DIAVOLACCIO.
Definiz: Peggiorat. di Diavolo. –
Esempio: Ross. B. Appar. Med. 54: Due di quell'anime.... gli uscirono.... di bocca (a Lucifero), e fuggirsi: ma furono seguitate da due diavolacci, e raggiunte.
Esempio: Bellin. Bucch. 236: Io mel figuro per un diavolaccio, Tutto filiggine tinto il mostaccio.
Esempio: Fag. Rim. 1, 359: Qui t'ho chiamato, o popol mio cornuto (parla Pluto), Perche tu veda ch'io non son capaccio, E do dell'oprar mio conto minuto. Non sono un così tristo diavolaccio, Che faccia di mia testa.
Definiz: § I. Buon diavolaccio, dicesi familiarmente per lo stesso che Buon diavolo.
Definiz: § II. Diavolaccio chiamasi Un ordigno da cacciare nottetempo gli uccelli, composto di bacchette congegnate a modo di raggi intorno ad un centro, e sopra le quali dall'una all'altra si forma una specie di rete con dello spago impaniato; nel centro poi si accende una fiaccola. E verso tale arnese i cacciatori, bussando nelle siepi e nelle macchie, spingono gli uccelli, che attirati dalla luce rimangono presi alla pania. E Diavolaccio dicesi anche Tal sorta di caccia. –
Esempio: Fiacch. Fav. 2, 100: Prese un cerchio da botte, a cui distesa Era nel vano un'impaniata rete; Stava nel centro una gran face accesa Che a sè gli occhi traea fra l'ombre chete: Un gran palo era poi nel cerchio fitto, Che lo tenea come una rosta ritto. Tale strumento è detto il diavolaccio, Forse perchè va fuori a mezza notte A dar ne' boschi agli augelletti impaccio.