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ITTERIZIA e, con forma popolare, anche ITERIZIA
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ITTERIZIA e, con forma popolare, anche ITERIZIA.
Definiz: Sost. femm. Malattia consistente nello spargimento del fiele, e indicata dal color giallo verdastro, il quale dall'occhio, dove prima apparisce, si diffonde per tutto il corpo.
Dal lat. barbaro icteritia. –
Esempio: Benciv. Ras.: Molte infermitadi avvengono della collera rossa, siccome itterizia, cioè giallore, e pustole rosse, ec.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 361: Contr'all'oppilazion della milza e del fegato, e massimamente contr'all'itterizia, quando è oppilata la parte di sopra del cistis fellis, si dia il suo sugo a bere.
Esempio: Red. Lett. 1, 25: Io me ne vaglio (dell'acqua del Tettuccio) con sicura felicità contro tutte le itterizie.
Esempio: E Red. Lett. 1, 213: Il male di Sua Eminenza è un'itterizia, o spargimento di fiele che si chiami.
Esempio: Menz. Lett. 5: Io sono quasi che guarito dalla mia iterizia, ed ho riavuto il mio primo colore.
Esempio: Vallisn. Op. 3, 180: Era meramente per rendervi conto dell'iterizie, avvenute utilmente dopo la china a qualcuno degl'infermi del menzionato scrittore.
Esempio: Pap. Cons. med. 2, 209: In questo corpo regna una interpolata e ricorrente itterizia.
Esempio: Mei C. Metod. Cur. trad. 190: Iterizia. È un'iterizia un'ostruzione, o intasamento, in alcune delle parti o delle appendici ed adiacenze del fegato, o per avventura in tutta la sua sostanza, e generalmente parlando, del poro biliare, e del condotto colodoco, o sì dell'uno che dell'altro; proveniente da una viscosità, grossezza o depravato stato della bile, oppure da pietre e da concrezioni biliose, stanzianti nella cistifellea stessa, per la cagione medesima.
Esempio: Bicchier. Bagn. Montecat. 75: La dichiara (l'acqua del Tettuccio) sicuro rimedio nell'itterizia e nell'affezioni verminose.
Definiz: § E detto di animali. –
Esempio: Libr. Mascalc. R. 46: La infertà che si chiama iterizia è in due modi, gialla e nera.