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1) Dizion. 5° Ed. .
LIBERTO
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LIBERTO.
Definiz: Sost. masc. Colui che di schiavo era stato fatto, o era divenuto, libero; e in più ristretto senso, Schiavo liberato dal suo signore; onde si costruisce sovente con un termine di persona retto dalla prep. Di, e denotante colui che aveva affrancato.
Dal lat. libertus. –
Esempio: Giamb. Oros. 404: Mena, liberto di Pompeio, con navilio di sessanta navi si faggio a Cesare.
Esempio: Cic. Opusc. 523: Non indifferentemente ad altri che a' loro liberti questo permettevano; i quali liberti aveano quasi per servi, e come a'servi comandavano e signoreggiavano.
Esempio: Bocc. Com. Dant. M. 1, 327: Libertini si dicevan quelli li quali erano stati figliuoli d'alcun servo, il quale dal suo signore fosse stato in libertà ridotto, e chiamavansi questi cotali liberti.
Esempio: Dav. Tac. 1, 67: I liberti ritengono dello schiavo. E 2, 42: Crescente, liberto di Nerone, che ne' mali tempi s'ingerì anch'egli nelle cose pubbliche, per l'allegreza di questo nuovo imperadore pasteggiò la plebe.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 319: Le inscrizioni ch'ei porta, sono.... di liberti, o schiavi affrancati.
Esempio: Maff. Stor. diplom. 43: Marziale, liberto degl'imperadori, confessa averne ricevuto il prezzo.
Esempio: Giacomell. Carit. 49: Dionisio, presi seco il giorno dopo gli amici, i liberti e i più fedeli de' suoi servi,... viene al tempio.
Esempio: Alf. Sallust. 57: I liberti, ed alcuni clienti di Lentulo, per diversi mezzi instigavano gli operai ne' sobborghi e gli schiavi, perchè lo traessero di prigione.
Esempio: Capp. Longob. 97: A questi dunque non può assegnarsi altro che uno stato intermedio tra libertà e servitù. Il Troja s'attiene, ma senza troppo fondarvisi, a quella d'aldii, non molto dissimile dagli antichi liberti.