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Dizion. 5° Ed. .
MONILE
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MONILE. Definiz: | Sost. masc. Catena d'oro o di gioie o d'altre materie preziose, che si porta pendente dal collo per ornamento; ma è voce propria della poesia e della nobile prosa: comunemente Collana. |
Dal lat. monile. − Esempio: | Fr. Guid. Fior. Ital. 256: Lo quarto (dono da Enea fatto a Didone) fu uno adornamento che si chiamava monile, ornato di preziose margarite, che pendeano dinanzi al petto ed al collo. | Esempio: | But. Comm. Dant. 2, 282: Finge Stazio, ne la sua Tebaide, che quel monile fabricasse Vulcano, marito di Venere. | Esempio: | Ar. Orl. fur. 7, 54: Di ricche gemme un splendido monile Gli discendea dal collo in mezzo il petto. | Esempio: | Car. Eneid. 1, 1051: E porti anco lo scettro, onde superba Ilïone di Priamo se 'n giva Primogenita figlia, e 'l suo monile Di gran lucide perle. | Esempio: | Tass. Gerus. S. 15, 5: Così piuma talor, che di gentile Amorosa colomba il collo cinge..., Or d'accesi rubin sembra un monile, Or di verdi smeraldi il lume finge. | Esempio: | E Tass. Lett. 2, 20: Sì come di questi metalli (l'oro e l'argento) si posson fare e monile e medaglia e coppa da bere,... così ec. | Esempio: | Dat. Selv. epit. 14: Il collo eburno Dalle conche Eritree per suo monile Non vuol dell'alba i prezïosi pianti, Della propria beltà pur troppo ornato. | Esempio: | Segner. Op. 4, 614: Egli fu buono a raccorre oro, maniglie, monili e pendenti, in copia, dal popolo invaghito di novità. | Esempio: | Parin. Poes. 87: Aurei monili E gemme e nastri, glorïose pompe, L'ingombran tutto (il gran signore straniero). |
Definiz: | § I. Per similit. − | Esempio: | Petr. Rim. F. 186: Questa fenice de l'aurata piuma Al suo bel collo candido gentile Forma senz'arte un sì caro monile, Ch'ogni cor addolcisce, e 'l mio consuma. | Esempio: | Menz. Poes. 1, 198: Dolce allor che compose (Dafne) Di bei ligustri e fiori Monile al sen di latte. |
Definiz: | § II. In locuz. figur. − |
Esempio: | Torric. Lez. 4: Se la fortuna non avesse invidiato la gloria di questo scoprimento al nostro secolo, già era certo che il famosissimo Galileo lavorava questa gioia per arricchirne il monile della toscana filosofia. |
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