Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
CULLARE.
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CULLARE.
Definiz: Att. Muovere in qua e in là il bambino, dimenando la culla, a fine di conciliargli il sonno. –
Esempio: Fr. Iac. Tod. 267: A la sua man manca Cullava lo bambino.
Esempio: Benciv. Aldobr. R. 176, 10: Appresso ciò, il dei (il fanciullo) fare cullare soavemente.
Esempio: Cellin. Vit. 3, 107: E solo se ne serve a cullare un bambino suo figliuolo.
Esempio: Salvin. Callim. 44: Te l'Adrastea cullando addormentava In culla d'oro.
Definiz: § I. Per similit. e in modo scherzevole, riferito a persona coricata in letto o sopra una sedia e simili. –
Esempio: Buonarr. Fier. Introd. 2, 3: Fatemi vento, e pian pian pian cullatemi.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 426: Rientrate nel letto. P. A ridormire durerò fatica. V. Vi cullerò, dirovvi una novella.
Definiz: § II. Figuratam. e in linguaggio familiare, Cullare alcuno, dicesi per Tenerlo in una falsa speranza con vane promesse, lusinghe e simili.