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1) Dizion. 5° Ed. .
INFERMIERE ed anche INFERMIERO.
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Dizion. 4 ° Ed.
INFERMIERE ed anche INFERMIERO.
Definiz: Sost. masc. Colui che negli spedali attende all'assistenza degl'infermi. –
Esempio: Comp. Mantell. 10: Allora Iacopone Scarperia, Perch'era infermier, si rizzò prima. Or vuo'ci tu trattar per questa via? Tu mostri far d'infermi poca stima.
Esempio: Stat. Cav. S. Stef. I. 23: Nelle quali visite interverranno l'infermiero e lo scrivano, i quali metteranno in iscrittura fedelmente e cosa per cosa tutto quello che per cura e a benefizio degli infermi sarà loro ordinato da' medici.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 2, 2: Infermier mio, tu vorresti altrui fritto.
Esempio: E Buonarr. Fier. appr.: O sì dello infermier che scambiò 'l vaso Non pur dello sciroppo o medicina, ec.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 19: E (quasi fosse quivi uno spedale) Chiama gli astanti, gl'infermieri appella, Il cerusico chiede e lo speziale.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 678: Del resto c'era più bisogno d'infermieri che di politici; sicchè fu esaudito senza difficoltà.
Definiz: § Così chiamavasi un tempo Colui che negli spedali aveva speciali attribuzioni sull'ammissione e sul'uscita degl'infermi. –
Esempio: Not. Malm. 1, 248: Infermiere poi chiamano negli spedali colui, il quale invigila che gl'infermi sieno messi a letto, quando colà son condotti a medicarsi ed egli ne piglia nota; per fargli visitare dal medico, registrandogli al libro degli entrati e degli usciti, ed al libro de' morti.