Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
CITAREDO.
Apri Voce completa

pag.74


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 5 ° Ed.
CITAREDO.
Definiz: Sost. masc. Colui che cantava accompagnandosi colla citara, ossia cetra.
Dal lat. citharoedus, e questo dal gr. κιθαρῳδός. –
Esempio: Segn. B. Etic. volg. 45: Al citaredo s'appartiene il sonare; e al buono citaredo il sonar bene.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 11, 47: E come al citaredo si richiede, L'orna un manto purpureo insino al piede.
Esempio: E Anguill. Ovid. Metam. 12, 85: Poi che di Bacco il don pregiato e santo La sete e ogni altra cura a' Greci tolse, Concorde della cetra al dolce canto Il citaredo il suo verso non sciolse.
Esempio: Varch. Ercol. 383: Coloro i quali, secondochè era proverbio de' Greci, non potevano diventare citaredi, si facevano auledi.
Esempio: Ross. P. Sveton. 3, 39: Vestite [le statue] a guisa di musico e citaredo.
Esempio: Adim. A. Pind. 35: Pare che Omero intendesse di quei citaredi, che per adulazione cantavano alle mense.
Esempio: Corsin. B. Torracch. 5, 13: Quand'ecco ad apportar nuovo diletto Ai convitati illustri, un citaredo.... Comparve in sala (qui per similit.).
Esempio: Maff. Anfit. 74: Dion Crisostomo.... accusa in essa [orazione] continuamente [gli Alessandrini] del vaneggiare in teatro e nello stadio; del delirar per cavalli, per cocchieri, per cantori, per citaredi ec.