Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
GRAMEZZA.
Apri Voce completa

pag.476


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
GRAMEZZA.
Definiz: Sost. femm. Astratto di Gramo. L'esser gramo, misero; Miseria, Tristezza. –
Esempio: Fr. Guitt. Rim. 2, 10: E dove onor si prende, Essere come può danno o gramezza?
Esempio: E Fr. Guitt. Rim. 2, 13: O donne mie, leale e buono amore, Ch'eo porto a vostro onore, Sovente porge me (a me) gioia e gramezza.
Esempio: Bocc. Rim. 162: Le delizie mondane e lor dolcezza Si vedeva e sentiva, ed ov'io vado, Malinconia ed eterna gramezza.
Esempio: E Bocc. Com. Dant. 1, 34: Questa, lupa, mi porse tanta di gramezza, cioè di noia.
Definiz: § I. E per Vivo rincrescimento. –
Esempio: Speron. Op. 3, 231: In chi è uso a far male, in tanto è degno di qualche laude il pudore, in quanto è seguo assai chiaro che incresca all'uomo d'aver mal fatto: la qual gramezza o è disio di far bene quando che sia, o non è senza tal disiderio.
Definiz: § II. Darsi gramezza, vale Attristarsi gravemente, Contristarsi. –
Esempio: Stor. Apol. volg. 62: Ti priego per amore di Dio, che questa ira e che questa gramezza, che tu ti dai, che tu lasci oggimai.
Definiz: § III. Dio ti dia gramezza, fu maniera imprecativa; lo stesso che Dio ti dia il malanno. –
Esempio: Sacch. Nov. 1, 118: Do, sventurato! che Dio ti dia gramezza, non vedestù lume iersera?