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DELIBARE.
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DELIBARE.
Definiz: Att. Assaggiare, Prendere per bocca in piccola quantità; e propriamente si riferisce a bevanda o altra cosa liquida.
Dal lat. delibare. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 33, 111: Gli rapisce e contamina i cibi, Nè lascia che ne gusti o ne delibi.
Definiz: § I. E figuratam. riferito a tazza, o altro recipiente della bevanda. –
Esempio: Alf. Sallust. 29: Dissero alcuni, che Catilina dopo l'arringa li costringesse a giurare con orribili imprecazioni, delibando, come usa nei riti sacri, una tazza; ma piena di sangue umano misto con vino.
Definiz: § II. Per similit. e poeticam., riferito ad umore, Attirare. –
Esempio: Marchett. Lucrez. 393: Benchè da ciascun luogo il sol delibi D'umor quanto vuoi poco; in sì gran tratto, Forz'è pur ch'ampiamente involi all'onde.
Definiz: § III. E per estensione, Gustar lievemente di checchessia. –
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 4, 251: A guisa di ape che sa convertire in dolcezza l'austerità che da talun fiore va delibando.
Definiz: § IV. In locuz. figur. e altresì figuratam. –
Esempio: Petr. Rim. 1, 233: Doppia dolcezza in un volto delibo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 47: Ella t'insegnerà.... come i pensier tuoi.... Poggin.... ad alto,... E come de la gloria de' beati Nel mortal corpo parte si delibi.
Esempio: Soldan. Sat. 164: Gusta perciò talor qualche dolcezza, Che alla mensa privata si deliba.
Definiz: § V. Trovasi per Libare, Offrire agli Dei; riferito a vittima. –
Esempio: Adim. A. Pind. 476: Han vaghezza i tuoi più cari D'onorar te Dea primiera, Delibando a i sacri altari Ogni vittima più vera.