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ASSORBIRE e ASSORBERE; la qual ultima forma è più propria della poesia
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ASSORBIRE e ASSORBERE; la qual ultima forma è più propria della poesia.
Definiz: Inghiottire, Ingoiare; detto propriamente delle acque che attraggono al fondo, che sommergono checchessia.
Dal lat. absorbere. –
Esempio: Ar. Cinq. Cant. 1, 88: Questo so ben, ch'io fui dal mare assorto.
Esempio: Sannazz. Arcad. 124: Assorbere a tal duolo il mar dovrebbesi Ischia, Capri, Ateneo, Miseno e Procita.
Esempio: Cas. Rim. 1, 23: E l'onda che Cariddi assorbe e mesce.
Esempio: Car. Eneid. 3, 676: Una vorago D'un gran baratro è questa, che tre volte I vasti flutti rigirando assorbe.
Esempio: Chiabr. Rim. 1, 175: No, ch'io ti vidi in seno Mar che assorbe ogni fiume, Sol che oscura ogni lume.
Definiz: § I. Per similit. –
Esempio: Magal. Sagg. nat. esp. 1: Imperciocchè assorbendone ella [l'aria] dentro 'l suo seno le cose tutte,.... tutte sotto 'l torchio dell'aria gemono.
Definiz: § II. E figuratam. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 14, 6: E seco avere una procella assorto Tanti principi illustri.
Esempio: Tass. Gerus. 8, 43: Poichè genti sì amiche e valorose Breve ora ha tolte, e poca terra assorbe.
Esempio: Segner. Pred. 357: I martiri cristiani sono tanti, che assorbiscono ogni notizia.
Esempio: Magal. Comm. Inf. 11: Ciò si può intender di coloro, l'aver de' quali è ingordamente assorbito dall'avaro.
Definiz: § III. E pur figuratam. per Trarre interamente a sè. –
Esempio: Fr. Iac. Tod.: O anima rapita, L'amore hatti assorbita, E hatti tratta a sene.
Definiz: § IV. Assorbire, dicesi anche del Succhiare o Imbeversi che fanno specialmente di umidità alcune sostanze. –
Esempio: Cocch. R. Lez. anat. 89: Le sottili radici della vena ombellicale nella placenta debbono in qualche modo assorbire il siero o l'umor latteo dalle estremità dell'arterie dell'utero.