Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
ILLEGIADRIRE e, con forma oggi non comune, anche INLEGGIADRIRE.
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ILLEGIADRIRE e, con forma oggi non comune, anche INLEGGIADRIRE.
Definiz: Att. Render leggiadro, vago. Abbellire; più spesso in senso figurato. –
Esempio: Chiabr. Rim. 2, 393: Amore i rozzi spirti illeggiadrisce.
Esempio: Fiorett. B. Proginn. 3, 202: Il buon poeta è tenuto arricchir e illeggiadrire quelle parti di locuzione, quando esso poeta parla in sua persona; perchè quella parte resterebbe fredda, insipida e oziosa, se con questi mezi non fusse aiutata e rinvigorita.
Definiz: § I. Si usò per Rendere vano, superbo, altezzoso, e simili. –
Esempio: Fr. Guitt. Rim. 2, 168: Chè mentre fuste povero com'io, Non già parlarmi vi sembrava affanno, Ma tanto poi riccor v'inleggiadrio, Lettere mie da voi non risposta hanno.
Definiz: § II. Neutr. Addivenire leggiadro, vago. –
Esempio: Segn. P. Demetr. 63: Ella (l'anadiplosi) inleggiadrisce alcuna volta per l'epanafora.
Definiz: § III. Si usò per Fare il leggiadro, Fare cose da leggiadro, nel senso che questa voce ebbe di altezzoso, superbo. –
Esempio: Ovid. Art. Am. 54: Sono alquanti i quali con bugiarda fama d'amore illeggiadriscono e ismaniano, e per cotali entramenti cheggiono vergognosi guadagni (il lat. ha grassentur).