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Dizion. 5° Ed. .
ELIDERE.
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ELIDERE. Definiz: | Att. Tor via, Annullare, Distruggere; e usasi nel linguaggio scientifico, parlandosi di forza, effetto, e simili. |
Dal lat. elidere. ‒ Esempio: | Grand. Not. Galil. 131: Passando il mobile sul piano C G, che lo sorregge, secondo la perpendicolare BA, viene ad elidere
l'effetto della velocità AB, impiegandola tutta in premere il detto piano CG. | Esempio: | Riccat. V. Dial. Forz. 208: Nella composizione le parti delle due forze laterali, che si oppongono, perciò non si vogliono mettere a computo nella causa, perchè elidendosi l'una coll'altra, e impedendosi vicendevolmente d'agire, atte non sono a produr l'effetqto di sorte alcuna. | Esempio: | E Riccat. V. Dial. Forz. 288: Le forze contrarie, per quanto eguali sono, s'elidono e si distruggono. |
Definiz: | § Term. de' Grammatici, vale Togliere o Fare che venga tolta l'ultima vocale d'una parola per effetto della vocale onde incomincia la parola seguente; e talora anche la prima vocale di una parola per effetto della vocale onde termina la parola precedente. E parlandosi di voci latine, vale anche Togliere o Fare che venga tolta in fine di parola qualche consonante, e soprattutto la m, per effetto della vocale onde incomincia la parola che segue. Nel qual senso pure i Latini usavano la voce elidere. ‒ | Esempio: | Salvin. Pros. tosc. 2, 24: Questo segno da i Greci.... chiamato fu apostrofo, che in latino suona aversio, quasi un rimovimento e slontanamento di quella povera vocale, cui tocca a essere elisa o, come noi diciamo, mangiata. | Esempio: | Zannon. Marm. Pozz. 18: Era un sibilo la S dei Latini, che in parlando da loro non si esprimea pienamente, massime al fine delle parole, ove spesso lo elisero gli antichi poeti. |
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