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ESPERO e trovasi anche poeticam$. e per sincope ESPRO.
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Dizion. 4 ° Ed.
ESPERO e trovasi anche poeticam. e per sincope ESPRO.
Definiz: Sost. masc. Nome col quale si designa il Pianeta di Venere, quando ci apparisce all'occidente dopo il tramonto del sole.
Dal lat. hesperus, e questo dal grec. ἕσπερος. ‒
Esempio: Petr. Rim. G. 365: Come non son io veglio Oggi più ch'ieri al vespro? Ed anco ha lasciat'Espro I molti schiavi.
Esempio: Tass. Mond. cr. 133: La grazïosa stella, La qual lieta si leva innanzi all'alba E Lucifero ha nome, e poi n'appare, Espero detta, allorchè 'l sol tramonta.
Esempio: E Tass. Lett. 2, 64: La giustizia è sì bella, che nè espero nè lucifero luce più.
Esempio: Serdon. Gal. Marz. 439: Vesperugine. Questa stella è chiamata anche espero e vespero, e stella di Venere; e volgarmente la chiamano la Diana, perchè faccia quasi segno del dì.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 423: Sicchè quella che agli occhi di quest'astrologo ignorante del Fariseo compariva una Venere d'impudicizia, era una stella lucidissima, che qual Espero, dovea tener dietro al Sole di giustizia fino al suo occaso nel Calvario.
Esempio: Salvin. Odiss. 92: Essi imbarcaro, e quivi preser cena, E d'Espero aspettaro la venuta.
Esempio: Mascher. Inv. Lesb. 495: Al giunger d'espero rinchiude Con la man fresca le stillanti bocce, Che aprirà ristorate il bel mattino.
Esempio: Fiacch. Son. pastor. 128: Espero in tal beltà compor si vuole, Che del mattino alla beltà non cede.