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1) Dizion. 5° Ed. .
MOCCOLAIA
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Dizion. 5 ° Ed.
MOCCOLAIA.
Definiz: Sost. femm. Quella specie di fungo carbonizzato che si forma talvolta in cima al lucignolo che arde, segnatamente di lume a olio, e per cui la fiamma si offusca, e fa fumo, mandando puzzo. –
Esempio: Targ. Viagg. 2, 442: Ulisse Aldovrando e Roberto Plot propongono di fare i lucignoli d'amianto alle lucerne, per evitare la moccolaia.
Esempio: E Targ. Valdin. 2, 431: Esalazioni e moccolaie di lucerne, alimentate da olj puzzolenti.
Esempio: Salvin. Georg. 1, 113: Fin le ragazze che il notturno compito Filano, la tempesta ben conoscono. Quando nella lucerna lor di terra Accesa veggion scintillare l'olio, E moccolaia intorno esser rappresa.
Esempio: E Salvin. Annot. Fier. 473: Nelle lucerne disse Virgilio, nella Georgica, putres concrescere fungos, quando fanno quella moccolaia.
Definiz: § I. E dicesi anche La parte del lucignolo arsa, che si recide o taglia con le forbici. –
Esempio: Martin. T. V. 2, 254: Fece anche sette lucerne colle smoccolatoie, e i vasi, dove si estingue la moccolaia, d'oro finissimo.
Definiz: § II. E figuratam.., usasi a denotare Il fumo denso che manda il lucignolo con la sua moccolaia.
Definiz: § III. Popolarmente dicesi pure Quella cera che cola lungo le candele, i torcetti, ceri, e simili, accesi, e che si rappiglia via via che cola; comunemente Colaticcio, Cerume.