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1) Dizion. 5° Ed. .
IATO.
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Dizion. 5 ° Ed.
» IATO.
IATO.
Definiz: Sost. masc. Fenditura della terra a guisa di voragine; ma in tal significato è voce da non usarsi che nella poesia.
Dal lat. hiatus. –
Esempio: Frez. Quadrir. 1, 15: Io ho veduto già ch'egli (il vapore rinchiuso) ha levato Del loco un monte, e fatta un'apertura Sopra la terra con sì grande iato, Che ec.
Definiz: § I. E per similit., Apertura, Larghezza, della bocca spalancata, specialmente delle fiere. –
Esempio: Salvin. Opp. 120: Che quando alcuna delle tristi fiere Dorma, a tre palchi aprendo le sue labbra, E l'ampio iato, e 'l vasto e vario muso, ec.
Definiz: § II. Più comunemente usasi per Quell'apertura di bocca, che talora fa il dicitore, mandando un suono che può così toglier grazia come dare nobiltà al discorso. E denota altresì Quel suono sgradevole, che deriva dall'incontro di due vocali simili. –
Esempio: Giamb. Tull. Rettor. 71: La prima, che non faccia nel detto suo alcuno iato.
Esempio: E Giamb. Tull. Rettor. 72: La prima cosa onde ti dissi che si dee guardare il dicitore a fare la sua favella composta si è, che non faccia iato nella sua diceria.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 350: La vostr'aura amo. Quello iato, quel boato, quella apritura delle due a a, non mette a leva le ganasce?
Esempio: E Salvin. Pros. tosc. 1, 481: Dalla mia pena a esser men cruda impara. Dà fastidio quell'a a, ma l'autore, che so che è amicissimo de' maestri greci, ha appreso da Demetrio.... non solamente questi iati, o boati ancora che vogliam dire, non far male, ma rinnalzare nobilmente il parlare.
Definiz: § III. E in senso particolare, dicesi dai Grammatici La non elisione della vocale, nella quale termina la parola precedente, mediante quella onde incomincia la parola seguente. –
Esempio: Giamb. Tull. Rettor. 72: Iato si fa quando il dicitore pone due o più parole insieme, che l'una finisca in alcuna di queste cinque lettere vocali,... e l'altra, che seguita poscia, si comincia dalla lettera somigliante.
Esempio: Car. Lett. fam. 3, 110: Languido parrà forse, dove per lo contrario s'accozzano tre o quattro vocali, che fanno un certo sbadigliamento, ovvero iato.
Esempio: Salvin. Annot. Buomm. 81: I Latini redamare, redintegrare;... i Franzesi Ya–t–il? per empiere l'iato.