Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
MACIULLA
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MACIULLA.
Definiz: Sost. femm. Rozzo strumento di legno, composto di una specie di piccola panca, sostenuta da quattro piedi e fatta di grosse stecche, distanti alquanto l'una dall'altra, e di un battitoio, imperniato da un capo, e fatto parimente di stecche augnate da ambe le parti a mo' di coltello, che entrano negl'interstizj della panca; il quale, alzato e abbassato del continuo dalla mano di chi lavora, dirompe il lino e la canapa, e separa il tiglio dalla parte legnosa, che cade in terra per le dette fessure. Dicesi anche Gramola.
Probabilmente dal lat. maxilla, che pare significasse anche una Specie di pettine; oppure è forma modificata di mascella, come fanciulla è di fancella o fancilla. –
Esempio: Dant. Inf. 34: Da ogni bocca dirompea co' denti Un peccatore, a guisa di maciulla.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 1, 582: Dice che Lucifero divorava e consumava da ogni bocca un peccatore, a guisa ch'uno strumento, detto maciulla, dirompe il lino.
Esempio: Buonarr. Descr. Nozz. 28: Dalle ricadenti rugose labbra, che arrovesciate mostravano le rosse gingie, e le grandi zanne, come maciulle battentisi, grondavano insieme con l'acque sguizzando pesci brillanti.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 5, 88: E rubano una madia e una maciulla.
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 579: Lino scotolato dopo essere stato colla gramola o maciulla gramolato e maciullato, si scotola poi colla scotola.
Esempio: Ridolf. Lez. Agr. 2, 207: Compiuta la macerazione si estraggono dall'acqua gli steli del lino e della canapa, si lasciano asciugare, e quando son ben seccati al sole, si passano sotto la percussione e l'attrito di un rozzo ma efficace arnese, detto gramola o maciulla.