Lessicografia della Crusca in rete

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ACCETTA.
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ACCETTA.
Definiz: Sost. femm. Strumento da tagliare legna, ed anche sorta d'arme; ed è simile alla scure, ma più piccola; e talvolta pigliasi per la Scure stessa.
Forma diminutiva di accia o ascia. −
Esempio: Liv. Dec. 1, 308: Chiama anche tutti i littori de' tuoi compagni, e comanda che mettano mano alle verghe e alle accette.
Esempio: Bocc. Filoc. 50: Artifilo, perduta la lancia, portava nelle sue mani una tagliente accetta.
Esempio: Ar. Orl. fur. 42, 12: L'elmo, che par ch'aperto abbia un'accetta, Se fosse stato fral più che di scorza, Difeso non l'avria con minor forza.
Esempio: Car. Eneid. 11, 208: Allor sonare accette, e strider carri Per tutto udissi.
Esempio: Serdon. Stor. Genov. volg. 635: Tagliate con una accetta le funi con le quali la nave era legata a terra, e accostata la prora della sua nave alla prora della nave nemica, vi saltò sopra arditamente.
Esempio: Chiabr. Rim. 3, 155: Corre tra' boschi, e con polita accetta Recide il tronco di durissima elce.
Esempio: Targ. Alimurg. 79: Fu un secco di tal sorte, che [i contadini] seminando rompevano le zolle o mozzi colle accette.
Definiz: § I. Dar sentenza coll'accetta, Far la giustizia o le ragioni coll'accetta, vale Dar sentenza, Amministrar la giustizia ciecamente, alla grossa, e senza la dovuta esattezza e matura considerazione. −
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 288: Podestà non vi capita [alla Golpaia] nè Sere; Le ragion vi si fanno con l'accetta.
Esempio: Fag. Rim. 2, 233: Questa sentenza è data coll'accetta; Questa non è giustizia, egli è capriccio.
Definiz: § II. Dicesi volgarmente Uomo fatto o squadrato con l'accetta, per Uomo goffo, fatto alla grossa, di modi rozzi.