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1) Dizion. 5° Ed. .
GUAIME.
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GUAIME.
Definiz: Sost. masc. Erba tenera che rinasce ne' prati dopo la falciatura. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 377: E se ancora vogliono aver grano, non l'avranno se non intorno alla fin d'agosto, cavatone il guaime, e allora lo rompono, e la seconda volta l'arano, e seminano ogni anno, e tuttavolta colgon l'erbe del guaime con le secce in questo modo.
Esempio: Magazzin. Coltiv. 68: Ed è meglio seminare a buon'ora, che seminar tardi universalmente, pur che le terre sieno spente, e nato il guaime d'erbe.
Esempio: E Magazzin. Coltiv. 133: Fa (il vento Euro Austro) nascere l'erbe, che noi diciamo guaime; onde ne succede poi un'ottima sementa.
Esempio: Vallisn. Op. 3,411: Guaime, detto da' Lombardi guaiume. S'intende quell'erba tenera che rinasce ne' prati o ne' campi dopo la prima segata.
Esempio: Targ. Rag. Agric. 186: Il latte era formato di alimenti troppo acquidosi, o di guaime.
Esempio: Lastr. Agric. 2, 122: In questa stagione [il vaccaio] regoli il pascolo con la qualità dei guaimi, e lo moderi col governar dentro le stalle le vacche.
Definiz: § I. Di guaime, è aggiunto di certi frutti, i quali rimettono dalla pianta, e che difficilmente vengono a perfezione. –
Esempio: Pataff. 2: Voi siete di guaime due melloni (qui figuratam.).
Esempio: Burch. Son. 1, 91: Chiocciole arrosto, e baccei di guaime.
Definiz: § II. Andare in guaime, dicesi di certi frutti i quali non graniscono, ma se ne vanno in erba. –
Esempio: Targ. Alimurg. 11: È buono [il vento di levante] per i seminati delle montagne e poggi ripidi, perciocchè le umetta a bastanza, senza fare scrosci e portar via la terra, ma nelle pianure, a primavera inoltrata, trattiene la granagione e l'allegare dei fiori, e l'estate fa dare in guaime e trattiene e guasta le biade serotine.