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1) Dizion. 5° Ed. .
FORBICIONE.
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Dizion. 5 ° Ed.
FORBICIONE.
Definiz: Sost. masc. Forma accrescitiva di Forbice, che più spesso usasi nel numero plurale. Forbice grande. –
Esempio: Fr. Guitt. Lett.: Lingue più taglianti de' forbicioni de' maestri di lana.
Esempio: Capor. Rim. 260: Il Sannazzar l'avea così ridutta Coi forbicioni da tosar gli agnelli (qui in locuz. figur.).
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 15: Son, verbigrazia, ancudini da fabbri,... diversi coltelli Da macellari, e da far carne molti, Forbicion da levare il pel per aria, ec.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 19, 45: Egli (il cavallo) non solo non è più bizzarro, Ma sotto forbicion par pecorella, O vecchio bue quando egli è posto al carro.
Esempio: Fag. Rim. 4, 345: Trattenimento alla conversazione Recano gli altrui fatti, e l'altrui fama Taglia un ben affilato forbicione (qui in locuz. figur.).
Definiz: § Adoprare il forbicione addosso ad uno, vale figuratam. Dirne molto male, Sparlarne in mal modo; che più comunemente dicesi Menar le forbici addosso ad alcuno. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 24, 74: Quindi or con uno, or con altro discorre, E addosso a Carlo adopra il forbicione, E dice: Finalmente io vedrò torre Impero e vita a questo reo ghiottone.