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DECLAMARE.
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DECLAMARE.
Definiz: Neutr. Parlare in pubblico, Arringare; ma in questo senso oggi è poco usato.
Lat. declamare. –
Esempio: Dat. Vit. Pitt. 53: Bella occasione diede questo accidente agli oratori di mostrar, declamando, la lor facondia.
Definiz: § I. Quindi Declamare contro checchessia, o chicchessia, vale Parlarne o Scriverne pubblicamente con un certo impeto e con enfasi; Inveire. –
Esempio: Filic. Poes. tosc. 600: Contra me stesso a declamar v'appello (qui in locuz. figur.).
Esempio: Magal. Lett. At. 97: Tant'altri gravissimi e santissimi uomini, che hanno declamato contro l'idolatria.
Esempio: E Magal. Lett. At. 157: Eccolo subito [Aristotele] in tanta voga,... che S. Giustino o altro filosofo platonico.... si vede obbligato a declamargli contro con un intero libro.
Esempio: Cocch. Bagn. Pis. N. 289: Alcuni [medici] furono così malvagj, che declamando contro a questo metodo, sparsero venefiche reflessioni affatto aliene e false intorno alla pietà e al costume di quei valenti uomini che così ampliavano la medicina.
Esempio: Paolett. Append. 40: Non fanno altro costoro che declamare e strepitare contro de' monopolj.
Definiz: § II. Att. Dire, Recitare, a voce più tosto alta e misurata, prose o versi, accompagnando col gesto le parole; ed usasi anche assolutam. –
Esempio: Ross. P. Sveton. 1, 221: S'esercitava ogni giorno nel leggere, e nello scrivere, e declamare.
Esempio: Parin. Poes. 95: A lui declama i versi Del delicato cortigian d'Augusto.
Definiz: § III. E per estensione, e con una certa ironia, dicesi per Parlare con enfasi e con affettazione di tuono e di gesto. –
Esempio: Parin. Poes. 124: E [le belle cittadine] sepper meglio, E in più tragico stil dalla teletta Ai loro amici declamar l'istoria De' rotti amori.