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FAVO.
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FAVO.
Definiz: Sost. masc. Tutte insieme quelle cellette di cera, di forma esagona, succedentisi regolarmente e via via restringentisi, che le api formano per deporvi le loro uova e per mellificarvi.
Dal lat. favus. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 498: Quando son pieni [gli alveari] di pecchie, e vi sentiamo piccolo mormorio, imperocchè le vote sedie de' favi, sì come concavi edificj, le voci, le quali riceveranno, si Iievano più in alto.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 159: Nel mezzo fue lo bianco favo del mele.
Esempio: Rucell. G. Ap. 21: Così diss'egli; e poi tra labro e labro Mi pose un favo di soave mele.
Esempio: E Rucell. G. Ap. 499: Co' piedi Porgon [le api] le prime fondamenta a i favi.
Esempio: Sannazz. Arcad. 96: Ferono similmente i loro doni: chi uno agnello, chi uno favo di mele, chi latte, chi vino.
Esempio: Cocch. Disc. 2, 122: Il mele è tra' sughi vegetabili, benchè raccolto dalle api, e qualche tempo serbato in certi follicoli dentro al loro corpo, e quindi ne' favi deposto onde lo prendono gli uomini.
Esempio: Vallisn. Op. 3, 404: Favo, lo stesso che Fiale. È la cera ridotta in celle di sei angoli, dove le api nidificano, e ripongono il mele.
Esempio: Bicchier. Bagn. Montecat. 227: Si veddero distrutti in gran parte i capelli, e lo spazio ad essi destinato occupato da un numero prodigioso di piaghette a foggia di favo, quasi tutte di superficie fungosa, ec.
Definiz: § I. Cavare i favi, lo stesso che Smelare. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 499: Segno da cavare i favi è, se dentro fanno gomitolo.
Definiz: § II. Favo. Term. della Medicina, e dicesi una Specie di tigna, per la somiglianza che ha con la disposizione delle cellette del favo. –
Esempio: Span. Cur. Occh. volg. Z. 6: Favo è d'umori aguti, o d'alopisia, cioè cadimento de' peli.