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CUNA.
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CUNA.
Definiz: Sost. femm. Lo stesso che Culla: ma è voce per lo più poetica.
Dal lat. cunae, cunarum; che anche ebbe il suo singolare, cuna. –
Esempio: Dant. Inf. 20: Quando Grecia fu di maschj vota, Sì che appena rimaser per le cune.
Esempio: Petr. Rim. 1, 214: Fera stella.... fu, sotto ch'io nacqui, E fera cuna, dove nato giacqui, E fera terra, ov'e' piè mossi poi.
Esempio: But. Comm. Dant. 1, 389: Cuna è culla in che s'allevano i fanciulli.
Esempio: Bellinc. Rim. F. 1, 237: Vo' cominciare a bere alla todesca, E come i putti entrar poi nella cuna.
Esempio: Metast. Dramm. 2, 279: Nasce al bosco in rozza cuna Un felice pastorello.
Esempio: Pindem. Poes. 163: Ahimè! che giova la dorata cuna, E il guancial ricamato?
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 202: Ed a me consegnaro il tempo bruno Come a simil nel parto e nella cuna.
Esempio: Tass. Gerus. 20, 26: A te.... Mostran la bianca chioma i vecchj gravi: A te la moglie le mammelle e 'l petto, Le cune, e i figlj, e 'l marital suo letto.
Esempio: Alf. Trag. 2, 9: Plebea, mi vanto esser d'Icilio eguale; Piangerei d'esser nata in nobil cuna, Di lui minor pur troppo.
Esempio: Pindem. Poes. 315: Come difesi avesse e salvi I talami, le cune ed i sepolcri.
Esempio: E Pindem. Poes. 458: Bianco lume del ciel, tacita Luna, Di cui certo splendè su la mia cuna Il raggio amico.
Definiz: § II. E pur figuratam. coi verbi Avere la cuna, Sortire la cuna, e simili, vale Nascimento o Allevamento. –
Esempio: Tass. Lett. 2, 87: Egli era stato soldato quasi ne le fasce, e.... aveva avuta la cuna quasi ne gli alloggiamenti militari.
Esempio: Metast. Dramm. 5, 336: Tutte perdono Le ingiurie alla fortuna, Se avrò la tomba ove sortii la cuna.
Esempio: Alf. Trag. 2, 256: Null'altro in Argo il mena, Che desio di vedere il loco ov'ebbe Oreste suo la cuna.
Definiz: § III. E poeticam. trovasi usato nel plur., al modo latino, detto di cosa. –
Esempio: Fag. Rim. 6, 177: Dove credesti oltre ogni tuo confine Il culto dilatare al rio Macone, Più sicure la Fede ebbe le cune.
Definiz: § IV. E per Luogo dove alcuno è allevato; ed altresì, Luogo natale. –
Esempio: Dant. Inf. 14: Rea la scelse già (la montagna Ida in Creta) per cuna fida Del suo figliuolo.
Esempio: Car. Eneid. 3, 181: È del gran Giove Creta quasi gran cuna, in mezzo al mare Isola chiara.
Esempio: Mont. Poes. 1, 401: Oh Delo, oh cuna Del Signor delle muse e della luce, Salve!
Definiz: § V. Dalle cune, conforme al modo latino primis cunis, trovasi poeticam. per Dalla nascita, Da piccolo. –
Esempio: Alam. L. Colt. 1, 900: Nè fra l'ultime cure il fido cane Si dee quinci lasciar, ma dalle cune Nutra [il pastore] il rozzo mastin, che sol conosca Le sue gregge e i pastori ec. (qui per similit.).
Definiz: § VI. Cuna, per similit., dicesi Qualsivoglia naturale abbassamento di terreno, Cavità, o simili, dove ristagnino acque. –
Esempio: Targ. Disam. 44: Coi sassi e col terreno che si cavasse in questo sfociamento ed allargamento, e coll'artifizio di colmate ancora, si potrebbero rialzare le cune che restassero dai lati, affinchè non vi seguissero ristagni d'acqua.
Definiz: § VII. Pure per similit. e poeticam. trovasi così detta La parte di mezzo d'un veicolo, incavata per uso di sedervi; Quella che oggi nelle carrozze dicesi Cassa. –
Esempio: Dant. Purg. 32: Poscia vidi avventarsi nella cuna Del trionfal veicolo una volpe, Che d'ogni pasto buon parea digiuna.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 794: E però dice: avventarsi ne la cuna; cioè gittarsi in el letto del carro giuso: e questo dice, per dare ad intendere che in mezzo de la Chiesa si levonno queste sette dell'eresia.