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DON.
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DON.
Definiz: Sost. masc. indecl. Titolo d'onore, premesso un tempo al nome dei soli Principi, quindi, per usanza ricevuta dagli Spagnuoli, anche a quello dei nobili cittadini; il qual uso si mantiene tuttavia in alcune provincie d'Italia, e rimasto oggi come proprio ai soli sacerdoti.
È apocope di donno, forma sincopata di domino, e questo dal lat. dominus, Signore. –
Esempio: Malisp. Stor. fior. 155: Don Arrigo figliuolo secondo del Re di Spagna.
Esempio: Frescobald. M. Rim. 70: Ditelmi, per Dio, don Bonifazio.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 171: Deh, don Giovanni mio, guardate.... se per disgrazia voi aveste a canto quelli pochi quattrinelli che io vi ho chiesti.
Esempio: Varch. Stor. 1, 362: Don Ercole primogenito di don Alfonso duca di Ferrara.
Esempio: E Varch. Ercol. 339: Quando don Silvano Razzi,... monaco degli Agnoli, tutto trafelato comparse quivi.
Esempio: Capor. Rim. 177: Onde poi si acquistò quel borioso Titolo pien di fasto e d'ambizione, Quel Don sì grato allo Spagnuol ventoso.
Esempio: Red. Lett. 1, 180: Il regalo viene da don Agostino Chigi, principe di questo luogo.
Esempio: Fag. Rim. 2, 278: Lo Spagnuol, che di fasto è intelligente, Senza con altri titoli imbrogliarsi, Si distingue col Don trall'altra gente.
Esempio: Crudel. Rim. 118: Quinci si fece innanzi don Vulcano.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 315: Don Gabbrielle, che dal letto sente La serva bisbigliar, ec.