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Dizion. 5° Ed. .
DON.
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DON. Definiz: | Sost. masc. indecl. Titolo d'onore, premesso un tempo al nome dei soli Principi, quindi, per usanza ricevuta dagli Spagnuoli, anche a quello dei nobili cittadini; il qual uso si mantiene tuttavia in alcune provincie d'Italia, e rimasto oggi come proprio ai soli sacerdoti. |
È apocope di donno, forma sincopata di domino, e questo dal lat. dominus, Signore. – Esempio: | Firenz. Pros. 1, 171: Deh, don Giovanni mio, guardate.... se per disgrazia voi aveste a canto quelli pochi quattrinelli che io vi ho chiesti. | Esempio: | Varch. Stor. 1, 362: Don Ercole primogenito di don Alfonso duca di Ferrara. | Esempio: | E Varch. Ercol. 339: Quando don Silvano Razzi,... monaco degli Agnoli, tutto trafelato comparse quivi. | Esempio: | Capor. Rim. 177: Onde poi si acquistò quel borioso Titolo pien di fasto e d'ambizione, Quel Don sì grato allo Spagnuol ventoso. | Esempio: | Red. Lett. 1, 180: Il regalo viene da don Agostino Chigi, principe di questo luogo. | Esempio: | Fag. Rim. 2, 278: Lo Spagnuol, che di fasto è intelligente, Senza con altri titoli imbrogliarsi, Si distingue col Don trall'altra gente. | Esempio: | Crudel. Rim. 118: Quinci si fece innanzi don Vulcano. | Esempio: | Guadagn. Poes. 1, 315: Don Gabbrielle, che dal letto sente La serva bisbigliar, ec. |
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