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1) Dizion. 5° Ed. .
MANGERIA
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Dizion. 5 ° Ed.
MANGERIA.
Definiz: Sost. femm. Guadagno o Profitto disonesto che alcuno fa intorno a checchessia, specialmente abusando di ufficio o autorità che rivesta, o dell'altrui condiscendenza.
Da mangiare, quasi Denaro mangiato, ossia rubato altrui. –
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 384: I guadagni illeciti o estorti si dicono mangerie.
Esempio: E Salvin. Annot. Fier. 429: E l'usura gli Ebrei chiamano morso, cioè mangeria che succia il secondo sangue.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 21: O fosser gli stralocchi dei maggiori, O nuovi impicci, o mangerie legali Il fatto è che ogni cosa se n'andò.
Esempio: E Guadagn. Poes. 2, 352: Ma senz'andare ai secoli remoti, Senza contar le mangerie degli avi, Nè quelle dei nipoti e bisnipoti, Anche oggi per pappar siam tutti bravi.
Definiz: § Dicevasi per Angheria, consistente nell'esigere abusivamente, per una consuetudine invalsa, dai viaggiatori in Oriente, tasse o diritti legittimamente non dovuti. –
Esempio: Viagg. Terr. sant. 424: Qui appresso iscriverò tutte ispese che facemmo da Alessandria in Domasco, le quali spese, secondo il volgare di là, si chiamano mangerie, cioè ruberie; e pure si convengono pagare, posto che sieno come danari tolti.