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1) Dizion. 5° Ed. .
FASTIGIO.
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FASTIGIO.
Definiz: Sost. masc. Term. d'Architettura. Propriamente la Parte più alta d'un frontespizio, o del tetto d'un edifizio.
Dal lat. fastigium. –
Esempio: Buonarr. F. Medagl. ant. 113: È notabile il clipeo di Roma con la Gorgone, non solo perchè era un solito ornamento degli scudi, come uno ne descrive Pausania nel fastigio del tempio di Giove Olimpico; ma anche perchè, ec.
Esempio: Targ. Viagg. 4, 393: Probabilmente serviva (una pina di marmo) per ornato e finimento della sommità o fastigio di qualche fabbrica pubblica, ec.
Definiz: § I. Per Lavoro ornato, che serve di finimento a un edifizio, o ad altra cosa d'arte. –
Esempio: Cocch. Bagn. Pis. N. 330: Un altare a guisa di corta colonna, senza fuoco e terminante in un piccolo fastigio.
Esempio: Targ. Viagg. 4, 394: Credo.... che una volta servissero di pinnacoli o fastigj, agli edifizj sì pubblici che privati.
Esempio: Lanz. Stor. pitt. 1, 37: Cominciarono a porsi sopra i sacri altari tavole bislunghe divise da varj tramezzi;... talchè l'ancona imitasse in certo modo le facciate de' palagi o de' tempj. Vi sovrapposero talora un fregio, e sopra il fregio dieder luogo quasi a un fastigio con altre immagini.
Definiz: § II. E genericamente per La parte più alta di un edifizio; Sommità, Culmine. –
Esempio: Firenz. Pros. 1, 9: Colle tue argute parole mi aresti sforzato ad intender questa cosa nel medesimo modo che tu l'intendi, ogni volta ch'io non avessi.... conosciuto quanto sia pericoloso il poggiare per le cime degli alti gradi de' fastigj reali, ec. (qui in locuz. figur.).
Definiz: § III. E figuratam., per Il grado massimo di checchessia. –
Esempio: Giacomin. Oraz. I, 1, 85: Questi sono i naturali doni, sopra i quali poi dee fabbricare l'industria dell'uomo, per giugnere al fastigio della sua perfezione.
Esempio: E Giacomin. Oraz. 2, 119: Affaticatevi con tutto lo sforzo di pervenire al fastigio della sapienza.