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1) Dizion. 5° Ed. .
LUCERE, con l'accento sulla prima sillaba
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LUCERE, con l'accento sulla prima sillaba.
Definiz: Neutr. Mandar luce, Risplendere, Rilucere, che è più comune. Oggi non si usa se non in alcuni tempi dell'Indicativo e del Congiuntivo, e nel Participio presente.
Dal lat. lucere. –
Esempio: Giamb. Tratt. mor. 150: E venuto quel die si iscurerà il sole e la luna, e non luceranno più al mondo.
Esempio: Dant. Inf. 4: E vengo in parte ove non è che luca.
Esempio: E Dant. Purg. 5: Ve' che non par che luca Lo raggio da sinistra a quel di sotto.
Esempio: E Dant. Purg. 13: Tu scaldi il mondo, tu sovr'esso luci.
Esempio: E Dant. Parad. 6: Dentro alla presente margherita Luce la luce di Romeo.
Esempio: Bocc. Lett. 270: In qualunque parte noi andremo, troveremo l'anno distinto in quattro parti: il sole la mattina levarsi e occultarsi la sera; le stelle ugualmente lucere in ogni luogo; ec.
Esempio: Fior. Virt. 157: Il quarto dì fece il sole che luce il dì, e fece la luna e le stelle che lucono la notte.
Esempio: Pulc. L. Morg. 20, 30: Lucea la luna come una candela.
Esempio: Guicc. Stor. 3, 432: Alloggiarono la sera medesima gl' Imperiali senza impedimento in sul fiume, il quale passarono come prima cominciò a lucere la luna.
Esempio: Alam. L. Op. tosc. 1, 93: La luna fece e 'l sol, che quella fuori Lucesse allor che 'l suo fratei s'asconde.
Esempio: E Alam. L. Op. tosc. 1, 94: O fausto giorno all'uman gregge amico, Luci sovra 'l mortal sereno e chiaro.
Esempio: Tass. Gerus. 10, 34: Se ne gian per disusata scala A cui luce mal certo e mal sereno L'aer che giù d'alto spiraglio cala.
Esempio: E Tass. Gerus. 14, 39: Vi fiammeggia il carbonchio e luce il saldo Diamante, e lieto ride il bel smeraldo.
Definiz: § I. Per similit. –
Esempio: Dant. Inf. 2: Lucevan gli occhi suoi più che la stella.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 469: Tutte due lucon di notte (le lucciole e le lanterne).
Esempio: Ginann. Malatt. Gran. 159: E le stagioni nelle quali non lucono, saranno quelle in cui queste mosche (cioè le lucciole) non hanno alcuna disposizione all'accoppiamento.
Definiz: § II. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Dant. Inf. 16: E se la fama tua dopo te luca.
Esempio: E Dant. Conv. 364: Nella prima (parte) s'afferma che questa nobiltà luce e risplende per tutta la vita del nobile manifestamente: nella seconda si mostra specificatamente nelli suoi splendori.
Esempio: Albert. Piag. Boez. 87: E quel, che prima copria con errori L'oscura nebbia di falsa ignoranza, Gli lucerà, come 'l sol fa di fuori.
Esempio: S. Ag. Solil. 129: O luce, che sempre luci, e non oscuri, illuminami!
Esempio: Medit. Pov. 32: Era in quel tempo quando luceva e splendeva la lucerna del Signore sopra il mio capo, ed a quel lume andavano quelli che erano nelle tenebre.
Esempio: Leggend. SS. BB. 2, 54: Non siamo di tale perfezione, che solo luciamo a li altri.
Esempio: Petr. Rim. 1, 18: Quand'io son tutto volto in quella parte, Ove 'l bel viso di Madonna luce.
Esempio: Bocc. Amet. 200: Sì per sè medesime lucono (le virtù), che di mia fatica non hanno bisogno.
Esempio: Ar. Orl. fur. 10, 84: Non è in cui tal virtù, tal grazia, luca.
Esempio: Alam. L. Gir. 1, 117: La bontà splende in vita, e dopo morte A i vicini e i lontan luce più forte.
Esempio: Salvin. Iliad. 557: Tutta era piena la campagna, e tutta Lucea di ferro, d'uomini e cavalli.
Esempio: Leopard. Poes. 71: Virtù non luce in disadorno ammanto.
Definiz: § III. Usato impersonalmente, vale Essere luce; particolarmente riferito a luogo. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 53: Quella notte lucèe,... e fu dì, come il dì quando è alto il sole.
Esempio: Ar. Orl. fur. 21, 47: A te non graverà prima aspettarne Ne la camera mia dove non luca.
Definiz: § IV. Tutto ciò che luce non è oro. –
V. Oro.