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1) Dizion. 5° Ed. .
LAMIA e, con forma oggi meno comune, anche LAMMIA.
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LAMIA e, con forma oggi meno comune, anche LAMMIA.
Definiz: Sost. femm. Animale, secondo le favole, mostruoso e crudele; e altresì Nome che talora è stato dato alle maliarde e alle streghe, delle quali si favoleggiava che sbranassero i bambini e ne succiassero il sangue.
Dal lat. lamia, più usato nel plur. lamiae lamiarum, e questo dal grec. λάμια. –
Esempio: Libr. Mott. P. N.: Egli aveva paura ohe le lammie non gli ti furassono, chè anche si teneva bello.
Esempio: Cavalc. Pungil. 138: Lamia è una bestia crudele, la quale, poichè ha allattato i suoi categli, sì gli straccia e divoragli.
Esempio: Bibb. N. 7, 313: Lancie, come dicono le fabule, sono mostri che straziano li fanciulli,... e poscia li restituiscono morti, e hanno la faccia di uomo e il corpo di bestia.
Esempio: Segn. B. Etic. volg. 355: Sono esemplificati nel testo di quegli che si mangian le carni umane, e di quella donna chiamata lamia, che si mangiava i feti delle donne gravide; dalla crudeltà della quale dappoi sono state chiamate lamie tutte quelle femmine, che si dicono stregare i bambini, o ammaliargli, o usare simili bestialità.
Esempio: Buonarr. Fier. 1, 3, 2: Un presepe grandissimo di bestie Stranissime: antropofagi, centauri, Lammie, e grifagni varj, ed altri mostri Deformi e scontraffatti e di gran pasto.
Esempio: Segner. lncred. 186: Nella magia ritengono i demonj la propria forma di larve spaventose, e di lamie sozze.
Esempio: E Segner. Paneg. 2, 699: Egli (il peccatore) è sempre a gli occhi divini sì mostruoso, ch'appo lui dirsi possono volti amabili volti delle iene, i volti delle lammie, i volti delle gorgoni.
Esempio: Red. Son. 39: Lamie, strigi, meduse, arpie, megere Se gli avventano al crine, e in sozzi modi Lo strazian sì, che forsennato ei pere.
Esempio: Martin.T. V. 14, 419: Ma le lamie stesse scuoprono le lor mammelle, allattano i loro parti.
Esempio: E Martin.T. V. Not. 14, 419: Non istò a parlare delle favole assai note intorno alle lamie, che sarebbero, finalmente, quelle a cui davasi una volta il nome di streghe, che mangiavano i bambini ec.
Definiz: § I. E perchè a quelle donne favolose si attribuiva volto piacente e quasi ammaliatore, quindi è che Lamia si usò anche per Ninfa, Fata, e simili. –
Esempio: Virg. Eneid. 125: Io hoe quattordici lammie bellissime, donzelle divine.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 63: Egli è una giovane quaggiù, che è più bella che una lammia, la quale è sì forte innamorata di me, che ti parrebbe un gran fatto.
Esempio: Pulc. L. Driad. 5: Ed il rozzo parlar del villan vuole Che queste ninfe sien chiamate lamie, Dando al cognome loro indegne infamie.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 1, 143: Una lamia non è sì bella.
Esempio: E Cecch. Lez. M. Bartolin. 19: Certe vedovotte attempate, belle come lammie.
Definiz: § II. E con significato tolto ai Greci, Lamia vale figuratam. Donna girellona, che vede e nota i difetti delle altre famiglie, e ignora affatto e trascura quelli di casa sua. –
Esempio: Fag. Rim. 1, 342: Di voi più d'una sembrami simile A certe donne, quali anticamente Diceansi lamie: ed avean questo stile: Quando uscivan di casa..., Vedevano ogni cosa ottimamente. Quando una volta pur veniva l'ora Di stare in casa, le lor viste acute Perdeansi affatto; ed eran cieche allora. Oh quante lamie io veggio ed ho vedute, Che fuori veggon ben gli altrui difetti; Ed in vederli son più d'Argo occhiute.
Definiz: § III. Lamia, è anche una Sorta di pesce voracissimo, dai Naturalisti detto Squalus lamia, e volgarmente Pesce cane. –
Esempio: Domen. Plin. 277: Quegli (pesci) ancora, che i Greci sotto nome di bue, di lamia, d'aquila e di ranocchio chiamano; nel qual numero sono ancora gli squali.
Esempio: Dat. Lett. 57: Il detto autore, con occasione di trattare delle glossopetre, dice che elle sono tanto simili ai denti del pesce lamia, che da alcuni sono spesse volte scambiate.
Esempio: Salvin. Annot. Fier. 387: Avvi il pesce lamia, i denti di cui dicono che sieno spacciati per saette folgori.
Esempio: Vallisn. Op. 1, 93: Denti di lamia, o cane carcaria,... che sono falsamente creduti lingue di serpenti impietrite.