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DIVA.
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DIVA.
Definiz: Sost. femm. Lo stesso che Dea. Voce propria soltanto del linguaggio poetico.
Dal lat. diva. ‒
Esempio: Dant. Parad. 18: O diva Pegasèa, che gl'ingegni Fai glorïosi, e rendigli longevi, Ed essi teco le cittadi e i regni, Illustrami di te, sì ch'io ec.
Esempio: Petr. Rim. 2, 239: I' era amico a queste vostre Dive, Le qua' vilmente il secolo abbandona.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 525: O diva Pegasea; cioè o iddia, fatta iddia di mortale: imperò che divo e diva è l'uomo fatto di mortale iddio;... e questa diva è la sapienzia, la quale li Poeti chiamano Minerva, ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 43, 166: Sciolser la fune al declinar del giorno, Mostrando lor la taciturna Diva La dritta via col luminoso corno.
Esempio: Car. Eneid. 3, 438: O Dive o Dire, Che si fosser l'alate ingorde belve.
Esempio: Tass. Rim. 2, 247: Ma se vince le Ninfe, anzi le Dive, E inerme vince Amore, Sola è Vittoria.
Esempio: Fosc. Poes. 233: Aspasia.... Di queste Dive allor sacerdotessa.
Esempio: E Fosc. Poes. 241: Sdegnan chi a' fasti di Fortuna applaude Le Dive mie.
Esempio: Mont. Iliad. 1, 1: Cantami, o Diva, del Pelide Achille L'ira funesta.
Esempio: E Mont. Iliad. 2, 221: Obbedïente la cerulea Diva Dalle cime d'Olimpo dispiccossi.
Esempio: Pindem. Odiss. 2, 153: La Diva Risalì dell'Olimpo in su le cime.
Definiz: § I. E detto, pure poeticam., di qualsivoglia essere, a cui si attribuiscano qualità e persona di Dea. ‒
Esempio: Dant. Parad. 4: O amanza del primo amante, o diva, Diss'io (a Beatrice)...., il cui parlar m'inonda E scalda sì, che più e più m'avviva, ec.
Definiz: § II. E detto di Maria Vergine. ‒
Esempio: Tass. Gerus. 2, 5: Nel tempio de' Cristiani occulto giace Un sotterraneo altare; e quivi è il volto Di colei che sua Diva e madre face Quel vulgo del suo Dio nato e sepolto.
Esempio: E Tass. Gerus. 2, 9: Il ciel qui sua potenza adopra: Che di colei, ch'è sua Regina e Diva, Sdegna che loco vil l'imagin copra.
Definiz: § III. E per Santa o Beata. ‒
Esempio: Ar. Orl. fur. 13, 64: Un'altra (Beatrice d'Este), poi che le terrene some Lasciate avrà, fia ne l'Ausonio clima Collocata nel numer de le Dive, Ed avrà incensi e imagini votive.
Definiz: § IV. Nel linguaggio degli amanti, dicesi La donna amata e come adorata. ‒
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 29: L'uno e l'altro parimente giva Di su, di giù, dentro e di fuor cercando Del gran palazzo lei ch'era lor diva.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 23, 102: Vide scritti Molti arbuscelli.... Tosto che fermi v'ebbe gli occhi e fitti, Fu certo esser di man de la sua diva.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 24, 83: Zerbin la debol voce riforzando, Disse: Io vi priego e supplico, mia diva, Per quello amor ec.
Esempio: Cas. Pros. 2, 76: La vanità ti trasporta, e vuoi che la diva senta che 'l sig. Anibale fa il diavolo in montagna.
Esempio: Ben. B. Rim. 39: Alla sua diva al fine in grazia chiede, ec.
Esempio: Adim. L. Sat. 101: La vanità della sua donna appaga Il giovine scaltrito, e la vezzeggia, Chiamandola sua diva, idolo e maga.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 279: Vi fu (alle Cascine), e mirò.... La sua diva, e due donne circondarla Con un signor.
Definiz: § V. Dicesi anche, ma in senso alquanto scherzevole, di Donna cospicua per bellezza, leggiadria, grado signorile, e simili. ‒
Esempio: Panciat. Scritt. var. 116: Una cicalata ben maneggiata fa largo ancora per guadagnarsi la grazia della dama: onde l'Imperfetto, l'anno passato, si conciliò con la gioconda lettura d'essa la benevolenza di tutte le dive dell'Arno.