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1) Dizion. 5° Ed. .
OSCENITÀ.
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OSCENITÀ.
Definiz: Sost. femm. Astratto di Osceno. L'essere osceno, Qualità di ciò che è osceno.
Lat. obscenitas. –
Esempio: S. Ag. C. D. 3, 170: Se si fanno alcune cose nelli templi come oneste, sono disonestate per la congiunta oscenità delli teatri.
Esempio: Torric. Lez. 92: Non parve già al secolo successore che i folti rami d'un albero verdeggiante.... fussero bastanti per sottrar dalla vista del Cielo le vergogne della vita e l'oscenità della libidine.
Esempio: Segner. Pred. 57: Non vedete quanti sono coloro che la lor anima giornalmente nutriscono.... di rappresentazioni impudiche, di lezioni impastate d'oscenità?
Esempio: E Segner. Mann. sett. 11, 2: Quante oscenità [vorrebbe il demonio] propagare fin dentro i chiostri!
Esempio: Salvin. Casaub. 62: Acciocchè alla viltà della commedia tavernaia o d'osteria non s'accosti, o alla mimica oscenità, molte regole quivi medesimo si dànno.
Esempio: Bianchin. Sat. ital. Pref. 14: Ottenere principalmente desidero che chiunque satire compone il vizio solo perseguiti, e che nella oscenità, nella maledicenza e nella irreligiosità non mai trasandare si lasci.
Definiz: § E per Atto o Detto osceno. –
Esempio: Segner. Pred. 18: Non più si tardi a smorbar tante oscenità.