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1) Dizion. 5° Ed. .
AFFÈ.
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Dizion. 5 ° Ed.
AFFÈ.
Definiz: Avverb., che anche A fè disgiuntamente si scrive, come modo avverbiale. Sorta di giuramento e d'esclamazione. Per la fede, Sulla fede, In verità. −
Esempio: Tass. Pros. div. 4, 328: Non mi gabbate affè.
Esempio: Buonarr. Fier. 3, 2, 15: Quella vecchiotta m'è piaciuta affè.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 350: Questo, affè che mi giugne nuovo, e nuovo, come si dice, di zecca.
Esempio: Fag. Comm. 3, 143: Affè, costui è svenuto.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 13, 2: Chi non avesse mai veduto mare, Nè fiume o fonte, nè acqua nïente, Noi lo faremmo affè trasecolare In dirgli ec.
Definiz: § I. Dalla voce Affè, con alcuna aggiunta, si formano varj altri modj a guisa di giuramento; alcuni de' quali usati solo nel contado, come Affeddeddio o Affè di Dio, Affeddimmio, Affeddeddina, Affeddedieci o Affè de' dieci, Affeddendinci, Affè di crimoli e dell'anticrimoli, Affè di Bacco, e simili. −
Esempio: Lipp. Malm. 3, 60: Affeddedieci, là dove si giugne Noi non abbiamo a scardassar più lana.
Esempio: Not. Malm. 278: Credo nondimeno che dicano affè de' dieci, per non dire affè di Dio.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 55: Son briaco, affè di crimoli.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 1, 75: Non dormo solo, affè di tutti i santi.
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Lament. 97: Dice il nostro volgo, per simil guisa, perdinci santo;.... e i villani per lo più usano deddina, affeddeddina ec.
Esempio: E Marrin. Annot. Baldov. Lament. 98: Ho sentito più d'un villano che ha detto, per modo di giuramento, affè dell'anticrimoli, cioè dell'anticristo.
Definiz: § II. Affè affè, così ripetuto, è quasi superlativo di Affè; e accresce energia all'asserzione. −
Esempio: Red. Lett. 1, 368: Affè affè, che vi vorrei far altro che speziale ec.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 178: Quantunque l'argomento fosse tenero, toccante, lascivo, affè affè che il serio travaglio.... non lascia altrui molto di spazio per le scioperate amorose sollecitudini.