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1) Dizion. 5° Ed. .
ELISIONE.
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Dizion. 5 ° Ed.
ELISIONE.
Definiz: Sost. femm. L'atto e L'effetto dell'elidere; ma è termine più che altro usato dai Grammatici, e vale Il togliere l'ultima vocale d'una parola, per evitar l'incontro della vocale con la qual comincia la parola seguente. E talvolta estendesi anche al troncamento della vocale iniziale d'una parola, per effetto della vocale con la qual termina la parola precedente.
Dal lat. elisio. ‒
Esempio: Salv. Infarin. sec. 352: Non è che collisione spesso non istia per elisione.
Esempio: E Salv. Infarin. sec. 355: Il Maranta per tutto il quarto libro delle sue questioni non fa altro, che scambiare elisione con collisione, e si serve finalmente di quelle come di sinonimi.
Esempio: Salvin. Annot. Buomm. 83: Gli antichi diceano lontelletto, lonferno, lanvidia, lomperadore, elidendo così la vocale I; ma Gio. Villani dicendo la lezione del Papa, o dello 'mperadore, pare che elida l'E la Elezione. E Vangelo e Pistola, pare che siano venuti dall'elisione dell'Evangelo, la Epistola. La Vanguardia, la Bottega, la Bozzima, dall'avanguardia, dall'apotheca, dallo apozema, bollitura, coll'elisione dell'A.
Definiz: § I. E parlandosi di voci latine, applicasi anche al toglimento di alcune consonanti in fine della parola, e segnatamente dell'm. ‒
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 238: L'epigramma è questo, che io reciterò con quelle elisioni, o mangiamenti della S, in fine delle voci.
Definiz: § II. Elisione, nella prosodia latina, greca e italiana, chiamasi La unione in una sola misura, od in un tempo solo, delle vocali che, o essendo parole distinte, o a due parole distinte appartenendo, s'incontrano.