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DISONORE e per sincope, oggi propria solamente del linguaggio poetico, DISNORE.
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DISONORE e per sincope, oggi propria solamente del linguaggio poetico, DISNORE.
Definiz: Sost. masc. Perdita o Diminuzione di onore, Offesa nell'onore; ed anche Condizione o Stato di chi ha perduto l'onore: Vergogna, Infamia. ‒
Esempio: Fr. Guitt. Lett. 68: Non vale, ma disvale grandezza a vile nescient'uomo, e disnor li porge.
Esempio: Soffr. Albertan. volg. 5: Lo savere guarda lo principio, la fine insieme; perchè la fine àe in sè tanto onore e disnore.
Esempio: Dant. Conv. 348: In loro (i giovani e le donne) è laudabile la paura del disonore ricevere per la colpa, che da nobiltà viene; e nobiltà si può credere il loro timore e chiamare; siccome viltà e ignobilità la sfacciatezza.
Esempio: Vill. G. 6, 252: La nostra mala guidata oste fu sconfitta con nostro danno e disonore.
Esempio: Petr. Rim. 1, 253: Canzon mia, fermo in campo Starò; ch'egli è disnor morir fuggendo.
Esempio: Ar. Orl. fur. 1, 55: Orlando la guardò sovente Da morte, da disnor, da casi rei.
Esempio: Alam. L. Op. tosc. 1, 408: Opri pur mal chi può lieto e sicuro, Che dell'altrui disnor mia lingua tace.
Esempio: Grazz. Rim. 1, 5: Tutti altri uccide con danno e disnore.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 13: Ben altamente ha nel pensier tenace L'acerba morte di Dudon scolpita; E si reca a disnor ch'Argante audace Gli soprastia lunga stagione in vita.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 43: E 'l fuggire, a lui, sempre stato capitano invitto infino a quel giorno, sembrava disonore.
Esempio: Dat. Oraz. Cr. 28: Voi, o Accademici, portereste disonore e pregiudicio a voi stessi, a questa patria, all'Italia tutta.
Esempio: Mont. Iliad. 13, 153: In sè ciascuno adunque Il pudor svegli e del disnor la tema.
Definiz: § I. E per Ciò che reca disonore, Azione, Fatto, Cosa, disonorevole. ‒
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 77: Acciò che fosse testimoniata la colpa e disnore del mio Giove.
Esempio: Ubert. Faz. Dittam. R. 32: E questa ogni suo vizio e disnore Ponea in versi per sì fatta guisa, Che già ne vidi altrui mutar colore.
Definiz: § II. E per Sfregio, Villania, Onta, Ingiuria, sia di fatti sia di parole. ‒
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 43: Èe a noi vergogna che quelli disnori ci furono potuti dire.
Esempio: E Simint. Ovid. Metam. 2, 32: La figliuola di Tantalo ha aggiunti disonori al crudele fallo.
Esempio: S. Bonav. Med. Vit. G. Gr. 166: Pende.... in tra due ladroni; tutto è intorniato di pene, tutto è intorniato di disonori, d'ogni lato ode rimproverii.
Esempio: Ar. Orl. fur. 42, 1: Quando persona che con saldo chiodo T'abbia già fissa Amor nel cor constante, Tu vegga o per violenzia o per inganno Patire o disonore o mortal danno?
Esempio: Varch. Suoc. 2, 2: Non ti vergogni a far questo disonore a me, a te, e a tutta la casa nostra?
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 14: Era sì sfacciato e sì poco curante de' disonori, che non se ne movea tanto o quanto.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 64: Dove gli è stato vo' non lo sapete: Gli è stato su' teatri, ha un disonore Fatto alla casa, gli è scomunicato, ec.
Definiz: § III. Figuratam., detto di persona che commetta azioni da recar disonore, usasi nelle locuzioni Disonor della famiglia, della patria, e simili. ‒
Esempio: Fag. Comm. 6, 417: Io non sono di quei bindoli e trafurielli, che sono il disonor delle curie.
Definiz: § IV. A disonore di chicchessia o checchessia, e In disonore, di chicchessia o checchessia, posto avverbialmente, vale A vergogna, In onta di quello, In modo da disonorarlo, da fargli vergogna, e simili. ‒
Esempio: Giamb. Oros. 161: Da Erennio suo padre pigliò consiglio se egli uccidesse i rinchiusi, o a' vinti perdonasse; ed elesse poscia di servarli, acciocchè in disnore de' Romani pregioni li tenesse.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 23: Ciò che di riprensibile e d'indegno Crede in Rinaldo, a suo disnor non tace,.... e 'l suo valore Chiama temerità pazza e furore.
Esempio: Pallav. Vit. Aless. 1, 181: Nelle quali parole si contengono due veleni, l'uno in disonore di S. Agostino,... l'altro.... in vilipendio della Chiesa.
Definiz: § V. Far disonore ad alcuno, vale Disonorarlo, Offenderlo comecchessia nell'onore; ed anche Non onorarlo, Disprezzarlo. ‒
Esempio: Fr. Guitt. Rim. 2, 106: Perch'io mi credo che sovente hai fatto Danno e disnor a me con tuo sermone.
Esempio: Dant. Rim. 90: Quella che ti debbe udire (parla alla Ballata), Se, com'io credo, è inver di me adirata, E tu di lui (da Amore) non fussi accompagnata, Leggiermente ti faria disnore.
Esempio: Arrighett. Avvers. Fort. volg. 71: A pochi farai disonore: a tutti servirai, e guarda che la oscura fronte non nieghi quello che la mano fae.