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FRICASSEA, coll'accento sulla e.
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FRICASSEA, coll'accento sulla e.
Definiz: Sost. femm. Sorta di vivanda fatta con carne, tagliata in pezzetti, cotta in stufato, e con salsa d'uovo sbattuto e agro di limone.
Dal franc. fricassée. –
Esempio: Francesch. Cical. III, 2, 38: Frittelle, casatelle, fricassee, pizze, sfogliate, ravioli, tortelli, salsiccia, ec.
Esempio: Cocch. Cons. med. 1, 71: Non mai frittura, nè fricassee, nè pasticci di carne.
Definiz: § I. Quindi In fricassea, detto di vivande, vale In quel modo, e con quegl'ingredienti, con che si fa la fricassea. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. R.: La cuocono in zimino e in fricassea.
Esempio: Grazz. Rim. V. 547: Ma chi vuol far un manicar divino, Le faccia in fricassea (le pappardelle).
Definiz: § II. Fare uno in fricassea, figuratam. e in modo scherzevole, vale Farlo a pezzi, Ucciderlo. –
Esempio: Cecch. Esalt. 3, 7: E poi gli statichi Sì fatti non si fanno in fricassea, Ma si serban ec.