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CISTERNA.
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CISTERNA.
Definiz: Sost. femm. Ricetto a guisa di pozzo o di stanza a volta, dove si raccoglie l'acqua piovana dei tetti, o quella derivata da qualche sorgente.
Dal lat. cisterna.
Esempio: Passav. Specch. Penit. 22: Mettevala in una cisterna forata e rotta, sì che non ne ritenea niente.
Esempio: Pallad. Agric. 25: Le cisterne in questo modo si facciano: sieno più lunghe che larghe, e sì le pareti come lo spazzo e fondo sieno imbiutate di smalto di mattone e calcina perfetta.
Esempio: Guicc. Stor. 1, 328: Una notte piovve tanto, che ripieni tutti i vasi e cisterne, restarono liberi da questa difficultà.
Esempio: Mattiol. Disc. 2, 1384: Quella [acqua] che si serba piovana nelle cisterne, non par che sia veramente così lodevole.... Il che considerandosi bene, non si può così lodare l'acqua delle cisterne come la pura del cielo. E però diremo, che questa delle cisterne tanto più è cattiva, quanto più ec.
Esempio: Soder. Cult. Ort. 135: Fa' che il vaso stia ben coperto che non possa spirare; imperciò fa' d'impeciarlo perchè non vi possa penetrare nè anche l'acqua, e mettilo al fondo di un pozzo o cisterna.
Esempio: Targ. Valdin. 2, 593: Vivono sanissimi [gli Egiziani] col bever non altro che l'acqua del Nilo, ferma e stagnante, o in cisterne coperte o in canali scoperti.
Definiz: § I. Per similit. –
Esempio: Dant. Inf. 33: Sappi, che tosto che l'anima trade,... il corpo suo l'è tolto Da un dimonio che poscia il governa, Mentre che il tempo suo tutto sia volto: Ella ruina in sì fatta cisterna (cioè nella ghiacciaia del nono cerchio).
Definiz: § II. Trovasi usato figuratam. per Fonte. –
Esempio: Dant. Purg. 31: Chi pallido si fece sotto l'ombra Sì di Parnaso, o bevve in sua cisterna ec.