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1) Dizion. 5° Ed. .
ONUSTO.
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ONUSTO.
Definiz: Add. Carico, Gravato, di checchessia. Ma è voce, più che altro, poetica.
Dal lat. onustus. –
Esempio: Med. L. Op. 2, 97: Verdeggia nelle bianche Alpe l'abeto, E piega i rami, già di neve onusto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 40, 34: I vincitori uscir de le funeste Porte vedeansi di gran preda onusti.
Esempio: Tass. Gerus. S. 5, 44: E fa del grande scudo il braccio onusto.
Esempio: E Tass. Gerus. S. 5, 87: I cavalli e i camelli onusti e gravi Trovato aveano a mezza strada inciampo.
Esempio: Segner. Incred. Ded. 3: Lasci pur egli, per maggior merito loro, ne' suoi [campi] le viti, le lasci vive, le lasci verdi, anzi le lasci tutte anche onuste di grappoli, lasci ec.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 45: Ond'ella (una lepre) già piena di doglia, in suso Verso gli onusti rami alzando il muso.
Definiz: § E figuratam. –
Esempio: Fr. Iac. Tod. 682: Gionto l'affetto al gusto, Non vuol più ritornare Ebriato ed onusto Di manna salutare.
Esempio: Car. Eneid. 1, 464: Questi, già vinto il tutto, poi che onusto De le spoglie sarà de l'Orïente, ec.
Esempio: Varan. Vis. poet. 12: Tal che quella real Donna, cui giusto Duolo squallidi ancor giorni prescrive Presso all'avel dei lunghi pianti onusto, N'esulti omai.
Esempio: Parin. Poes. 172: De' miei colli ameni Nel bel clima innocente Passerò i dì sereni Tra la beata gente, Che di fatiche onusta È vegeta e robusta.
Esempio: Card. Poes. 415: Ma tu co 'l pugno di peccati onusto Calchi a terra quei capi, empio signor.