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1) Dizion. 5° Ed. .
GIULÈ e GILÈ.
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GIULÈ e GILÈ.
Definiz: Sost. masc. Nome di Quel giuoco di carte che comunemente chiamasi Bazzica: ed altresì La combinazione, nella bazzica, di due figure eguali; ed in questo ultimo senso è tuttavia nell'uso. –
Esempio: Firenz. Pros. 1, 227: E' sa il conto suo al par d'un altro, insino quando e' giuoca a gilè con le donne.
Esempio: Rinucc. O. Relaz. 278: Le donne giocavano già, e particolarmente l'inverno, a giulè; ma una ambasciatrice di Lucca insegnò in una conversazione il giuoco di cocconetto, che a poco a poco si è introdotto per l'altre conversazioni, e si è del tutto dismesso il giuoco del giulè.
Esempio: Buonarr. Rim. 128: Ha speso.... Nel merciaio, velettaio, calzolaio Più di quel che sta bene; E spera in pochi piatti di giulè Rifare i danni, altrui gentil mercè.
Esempio: E Buonarr. Rim. 148: E sarà il nostro gioco un bel giulè, Che viene appunto a dire un porre insieme, E un mettere in coppia, e combinare Te, verbigrazia, e me, Che spesse volte fa 'l resto tirare.
Esempio: E Buonarr. Rim. 151: Due re, due dame, due fanti, due altre Carte di geminata proporzione Si dicono Giulè. Non so io già perchè: voce è straniera, Si come la Primiera. Se treplicata fia Una tal compagnia, Chiamato è Giuleone. Due capi ha questo giuoco: L'uno è 'l Giulè ch'io dico; l'altro è 'l punto, Che 'l maggiore è 'l trentuno.
Esempio: E Buonarr. Rim. 155: Badate qua signora Anna. Giulè. A. Giulè: e fo di dua. O. E io dua sopra dua.
Esempio: E Tanc. 4, 6: Io non vo' star a dir di que' festini, Di que' giulè sino alle sette e l'otto: Dove tal una ha perso, oltre a' quattrini, Forse gli anelli, ec.
Esempio: Bard. F. Avinav. 1, 13: Or tra dame a danzar l'ore dispensa. Con lor giuoca a primiera, e a giulè, A sbaraglino e alla lumagrè.
Esempio: Monet. Poes. 92: E quel che pare adesso un san Mattia, Non torni a far giulé, flusso o primiera.
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 565: Giulè, giuoco usato a que' tempi; forse dal metter giulj nel piattino in mezzo.
Definiz: § Figuratam. e scherzevolmente, riferito al trovarsi due persone nella medesima condizione, e così formar quasi una coppia. –
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 217: Occorrendo, potrai Trovar sempre padrone. D. E voi marito. L. No 'l nego: così è. D. Giulè dunque. L. Giulè. L. D. Giulè, Giulè.