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Dizion. 5° Ed. .
LOQUACITÀ, LOQUACITADE e LOQUACITATE.
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LOQUACITÀ, LOQUACITADE e LOQUACITATE. Definiz: | Sost. femm. Astratto di Loquace. L'esser loquace, ciarliero, ed altresì Il parlar disordinato e intemperante. |
Lat. loquacitas. – Esempio: | S. Ag. C. D. 2, 152: E certo se la fortuna parla, almeno parlasse la maschile e non la femminile, acciò che esse femmine, che trovarono quell'idolo, non fossono reputate avere falsamente composto tanto miracolo con femminina loquacitade. | Esempio: | Strat. Mor. S. Greg. 1, 11: Sempre 58
di poi e' conviti seguita la loquacità, cioè disordinato parlare. |
Esempio: | Borgh. S. Tertull. 392: Per via della loquacità sdrucciola qualche parola nimica della verecondia. | Esempio: | Ricc. L. Teofr. Caratt. 2, 125: La loquacità, a volerla definire, pare che sia un'intemperanza di parlare. |
Esempio: | Niccol. Strozz. 1, 1: Se uno stranier ci udisse, Dalle vane rampogne e dall'audace Loquacità di queste ciance eterne, S'accorgerebbe come ognun di noi Nacque in Firenze. |
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