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1) Dizion. 5° Ed. .
LUSINGARE.
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LUSINGARE.
Definiz: Att. Allettare, Attirare, altrui al proprio volere con lusinghe, cioè con false e dolci parole, o in altro ingannevole modo, e per lo più con danno di esso e utile di sè –
Esempio: Dant. Inf. 32: Vivo son io, e caro esser ti puote..., se dimandi fama, Ch'io metta il nome tuo tra l'altre note. Ed egli a me: Del contrario ho io brama: Levati quinci e non mi dar più lagna, Chè mal sai lusingar per questa lama.
Esempio: Bibb. N. 2, 597: E approssimandosi il settimo dì, dissono costoro alla moglie di Sansone: Lusinga il tuo marito, ch'egli ti dica che vuole dire la questione e la parola la quale ha detta.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 150: Sì, tu mi credi ora con tue carezze infinte lusingare, can fastidioso che tu se'.
Esempio: E Bocc. Decam. 4, 227: Tanto mi lusingò, che io in casa vostra nella mia camera a dormire meco il menai.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 61: Non è però ch'all'esca de' diletti Il pio Goffredo lusingando alletti.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 104: È ben disonore il lusingare il popolo per acquistarsi potenza.
Esempio: Ner. I. Pres. Samm. 3, 5: Chi dice amor, chi dice gelosia, E si fan sopra lei mille castelli; Ma la comune [opinione] è poi, che lusingata L'abbia il Palandri, e seco via menata.
Esempio: Mont. Poes. App. 72: E mentre io resto Qui deserta, al crudel che lusingommi, Quell'audace Giovanna il cor disvia.
Definiz: § I. E figuratam. –
Esempio: Colonn. Guid. N. 225: Subitamente il sereno aere, il quale lusingava li navicatori, si sviòe con ciechi nuvoli, adducendo la non vera notte.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 2, 236: E ecco l'albero, che e' era bisogno, ci lusinga colla sua ombra.
Esempio: Varch. Boez. 39: Può il mare ora con bonaccia lusingare altrui.
Esempio: Tass. Gerus. 5, 18: Tal che 'l maligno spirito d'averno, Che 'n lui strada sì larga aprir si vede, Tacito in sen gli serpe, ed al governo De' suoi pensieri lusingando siede.
Esempio: Segner. Incred. 203: Altrimenti non avrebbe ella (la natura) a sufficienza allettato il genere umano a calcare animosamente i sentieri spinosi dell'onestà, a fronte ancora di tutti quei prati ameni, da cui lo lusinga a sè la dissolutezza.
Esempio: Parin. Poes. 17: Ma già vegg'io che le oziose lane Soffrir non puoi più lungamente, e in vano Te l'ignavo tepor lusinga e molce.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 112: V'appaghi l'occhio, e vi lusinghi il core Un mingherlino e di statura bassa.
Definiz: § II. Pur figuratam., riferito a sonno, vale Allettarlo, Conciliarlo a sè o ad altri. –
Esempio: Dant. Rim. 209: Maledetta tua culla, Che lusingò cotanti sogni invano.
Esempio: Tass. Gerus. 13, 58: Dalle notti inquïete il dolce sonno Bandito fugge; e i languidi mortali Lusingando ritrailo a sè non ponno.
Esempio: E Tass. Gerus. 14, 1: E i venticelli, dibattendo l'ali, Lusingavano il sonno de' mortali.
Definiz: § III. E per Secondare, Assecondare, Contentare; anche figuratam. –
Esempio: Bocc. Com. Dant. M. 1, 135: Senza guardare che egli in ciò faceva ingiuria alla filosofica verità, la cui opera è di sanare, non di lusingare il passionato..., perciocchè questo è esercizio de' comici di sopra detti, a fine di guadagnare, di lusingare e di compiacere alle inferme menti, chiama la filosofia ec.
Esempio: Segner. Pred. 32: Come, dico, è possibile che si trovi chi per compiacere a un amico, chi per accettarne gl'inviti, chi per aderirne a' consigli, chi per lusingarne i capricci, disgusti Iddio?
Definiz: § IV. In più largo senso, vale Blandire, Accarezzare, Far moine, atti vezzeggiativi, anche senza fine cattivo; riferito a persone. –
Esempio: Fr. Iac. Tod. 712: Saper vo', però dimando, Quando tu 'l givi imboccando, Se dicevi lusingando: Pappa, dolce vita mia.
Esempio: E Fr. Iac. Tod. appr.: Givalmi in collo portando E 'l mio figlio lusingando, Per letizia imboccando; Amor, te' la poppa mia.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 212: Al quale, Eulogio, pur rispondendo mansuetamente e lusingandolo, si profferiva a farli ciò che addimandasse, purchè egli non si partisse.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 40: Dagli qualche paio di scarpette, qualche cappuccio vecchio, e lusingalo, fagli vezzi, dagli ben da mangiare.
Esempio: E Bocc. Filoc. 1, 278: Briseida lusingava il grande imperadore de' Greci e disiderava Achille. Chi è colui, che dalle false lagrime e dalle infinte parole della femmina si sappia guardare?
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 5, 16: Esser voglion pregate (parla di certe donne), Lusingate, ligiate.
Definiz: § V. E per similit. –
Esempio: S. Ag. C. D. 8, 61: Or quale sì crudele tigro, che non mugoli sopra li figliuoli mansueto; e che non li lusinghi, pacificata la ferocità?
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 3, 155: E vestissi con coprimenti marini; e uscì fuori della casa colla schiera delle fiere che la lusingavano.
Esempio: E Simint. Ovid. Metam. 166: Anzi, moveano le lusinghevoli code per l'aria; e lusingando ci accompagnarono in fino a tanto che le fanti ci ricevettono, e per gli palagi del marmo ci menaro alla donna.
Esempio: Esop. Fav. M. 38: Vedendosi la rondinella così beffare, disse queste parole: Io.... dilibero fare con lui (con l'uomo) tregua e abitare presso a lui, e col mio dolce canto lusingarlo.
Esempio: Sannazz. Arcad. 26: Se ne ritorna (il cervo) all'usata casa, ove trovando me, che sollecitissimo l'aspetto, non si può veder sazio di lusingarmi, saltando e facendomi mille giuochi d'intorno.
Definiz: § VI. E figuratam. –
Esempio: Cennin. Tratt. Pitt. 31: E però, quando il vuo' triarlo (il color giallo), metti quella quantità che vuoi in su la tua prieta; e con quella che tieni in mano, va' a poco a poco, lusingandolo, a stringerlo dall'una pietra all'altra.
Esempio: Vinc. Nat. Pes. acq. 2, 5: Il fiume, che si ha da piegare d'uno in altro luogo, debbe esser lusingato, e non con violenza aspreggiato.
Esempio: Tass. Gerus. 20, 133: Cessa omai da' tuoi vezzi. Ah, par ch'ei finga: Deh come le speranze egre lusinga!
Esempio: Metast. Dramm. 6, 144: Miglior consiglio Io ti darò. Le tue speranze audaci Lusinga men.
Definiz: § VII. E per Allettare, Dolcemente attirare a sè; detto di persona, volto, e simili. –
Esempio: Tass. Gerus. 14, 75: Nè le vivande poste in verde riva V'allettin poi, nè le donzelle infide, Che voce avran piacevole e lasciva, E dolce aspetto che lusinga e ride.
Esempio: E Tass. Gerus. 17, 36: Veduta appena, e in gravità sdegnosa, Invaghir può genti sì varie e tante; Che sarà poi, quando in più lieto viso Co' begli occhi lusinghi e col bel riso?
Definiz: § VIII. E figuratam. –
Esempio: Tass. Gerus. 9, 83: Mentre il fanciullo, a cui novel piacere Di gloria il petto giovenil lusinga, Di qua turba e di là tutte le schiere, E lui non è chi tanto o quanto stringa; Cauto osserva ec.
Esempio: Manfred. Rim. 58: Venite, o genti, ad ascoltar sul Reno Com'or lusinghi ed or tuoni d'un Dio La voce, e or stringa e or lenti a l'alme il freno.
Definiz: § IX. E pur figuratam., riferito ai sensi, per Appagare, Contentare, Eccitare, Piacevolmente irritare, e simili –
Esempio: Bocc. Amet. 95: Venne chi trovò mille modi, con nuove vivande, da lusingare la non sazievole gola.
Esempio: Tass. Mond. cr. 121: Ma pensar non dobbiam ch'al ventre ingordo Tutto debba servire, empiendo 'l sacco, O lusingar con sua dolcezza il gusto.
Esempio: E Tass. Lett. 1, 35: Ma ciò che desidero nel vino, è un non so che, che o lusinghi o morda la lingua e 'l palato, o faccia l'uno e l'altro effetto insieme.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 107: Ha da essere una musica che incanti, e che via via l'orecchio tocchi e lusinghi, con un verso forte e dolce, con un tuono soave e continuato e piacevolmente penetrante.
Esempio: E Salvin. Odiss. 97: Prese la verga, onde degli uomin gli occhi Lusinga, di coloro ch'egli vuole, Ed altri ancora addormentati sveglia.
Definiz: § X. E per Carezzare, riferito ad animali. –
Esempio: Caran. Eustaz. 90: Con la destra lusingava i cani, i quali sendoli dinanzi a' piedi parevano con esso lui scherzare per la presagite delle lepri.
Esempio: Guar. Past. fid. 2, 2: Egli, con quella Candida man ch'a me distringe il core, Te (o cane) dolcemente lusingando nutre.
Definiz: § XI. Vale anche Ingannare con false speranze o promesse; Indurre, allettando, a sperare o a credere quello che non può essere; anche figuratam. –
Esempio: S. Bern. Pist. 41: E non lusinghi se medesimo sperando nelle sue private orazioni, le quali e' debba avere e tenere in luogo secondo.
Esempio: Petr. Rim. 1, 104: Amor con sue promesse, lusingando, Mi ricondusse alla prigione antica.
Esempio: E Petr. Rim. 2, 267: Vano error vi lusinga; Poco vedete, e parvi veder molto.
Esempio: Salvin. Annot. Murat. 1, 229: Ciò però non mi lusinga, talch'io non creda che il Petrarca avesse in vista lo stame vitale, e il filo della Parca.
Esempio: Cesar. Fatt. Ap. 2, 180: Lusingai lungamente me stesso che le mie parole dovessero avere l'effetto da me ardentemente desiderato.... Ma ohimè! io non sono stato creduto.
Esempio: Lambr. Elog. 217: Un ingannevole miglioramento lusingò fino a mezzo giugno gli animi angosciati dalla perplessità.
Definiz: § XII. Lusingare si usa anche in buon senso, per Allettare, Invitare, al bene; ed anche Affidare, Confortare, Consolare, o simili; pur figuratam. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 2, 256: Bestemmiandolo noi (Dio) egli ci fa bene, e chiamaci, lusingando co' suoi continui beneficj, faccendo nascere lo sole sopra i buoni e sopra i rei.
Esempio: Fr. Bart. Amm. ant. volg. 233: La santa Scrittura con detti oscuri dà che fare a' savj, con parole umili lusinga i parvoli.
Esempio: Strat. Mor. S. Greg.: Sicchè pertanto ancora quella eternità incognita, con sue manifeste parole lusingandoci, sia meglio infusa nelle nostre menti.
Esempio: Petr. Rim. 1, 257: Speranza mi lusinga e riconforta, E la man destra al cor già stanco porge.
Esempio: Bibb. N. 1, 175: Conglutinata è l'anima sua con lei; ed essendo tristata, la lusingò.
Esempio: Tass. Mond. cr. 97: Questa quïete in cui m'attempo e piango,... Somigli quella a cui n'invita e chiama D'infallibil promessa alta speranza, Ch'al suon d'eterna gloria 'l cor lusinga.
Esempio: Salvin. Pros. tosc. 1, 29: Ciò servirà (e bella speranza mi lusinga) a risvegliare e crescere negli animi di tutti questi.... Accademici i bei sentimenti di vera gloria.
Esempio: Cesar. Vit. Crist. 2, 338: Egli è Redentore, venuto a sanare i peccatori: e pertanto.... gli chiama a sè, e gli lusinga che vengano a sicurtà, ed avranno salute.
Esempio: E Cesar. Vit. Crist. 506: Cristo.... intese provar col miracolo la propria divinità, e allettò lusingando la gente a cercare da lui quel troppo di meglio ch'egli volea loro dare.
Esempio: E Cesar. Vit. Crist. 4, 149: Egli (Dio) nondimeno la amò (la nazione ebrea) anche così infedele, le corse dietro, la chiamò, lusingandola che a lui tornasse.
Definiz: § XIII. In senso particolare, riferito alla Divinità, si usò per Rendersela benevola, Propiziarsela, con preghiere, e altre dimostrazioni di riverenza e d amore. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 183: Quest'arte t'insegna la fede, d'inclinare e lusingare Iddio, e addimandar grazia, e d'impetrare.
Esempio: E Fr. Giord. Pred. appr.: T'ha insegnato fare a Dio orazione, e comi posse parlare con lui, e lusingarlo ed inclinarlo.
Esempio: Bocc. Vit. Dant. M. 45: Servando negli nuovi iddii, e negli uomini li quali degl'iddii nati fingevano, quel medesimo stile che nel vero Iddio solamente e nel lusingarlo aveano li primi usato.
Esempio: Scal. Claustr. 449: Dio vuole, o anima santa, che noi lo lusinghiamo e preghiamo, e che noi gli serviamo di tutto il nostro cuore.
Esempio: E Scal. Claustr. 462: E le lingue, che poco innanzi cantavano le laude di Dio, e che lusingando Dio con dolciate e con infocate parole ec.
Definiz: § XIV. Neutr. pass. lusingarsi Abbandonarsi a lusinghe, Pascersi di lusinghe, usato in modo assoluto; anche figuratam. –
Esempio: Segner. Mann. dic. 24, 2: Non voler dunque ancor tu lusingarti, con darti a credere che sia meglio per te spendere il tuo santamente, che spropriartene per seguir nudo tu pure il tuo nudo Cristo.
Esempio: E Segner. Pred. 124: Io so, signori miei cari, che un tal racconto può avere a molti sembiante di favoloso, mercè che tale amerebbesi ch'egli fosse. Ma non accade, no, lusingarsi; pur troppo è vero.
Esempio: E Segner. 266: E così il misero si lusinga sempre e si adula nella propria malvagità.
Esempio: Red. Esp. nat. 94: Troppo si lusingano coloro che in questo così fatto medicamento si rifidano.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 140: Si conietturava che si troverebbero amici anche gli altri dell'istessa nazione: e non s'ingannò la speranza, quantunque ella sia solita di lusingarsi con facilità.
Definiz: § XV. E usato con un compimento verbale retto dalla cong. Che o dalla particella Di, vale Avere la lusinga o illusione, Indursi per inganno della mente a credere o sperare, che avvenga ciò che è espresso dal compimento. –
Esempio: Dat. Pref. Pros. Fior. 42: Nè si ritrovi filosofo sì confidente che, scrivendo in latino, si lusinghi che la forza dell' idioma abbia a portar più oltre il suo nome, di quel che s'è stesa la fama del nostro.... Galileo Galilei.
Esempio: Corsin. Stor. Mess. trad. 199: Non piaceva nè anche molto a Cortes quella gran quiete dell'inimico, e quel non sentirsi in tutti quei contorni il minimo romore di guerra, tanto più che la ritirata di Chicotencal era seguita in una forma da non lasciarlo lusingare che la faccenda fosse finita.
Esempio: Aver. G. Lez. tosc. 1, 294: Il condannò, lusingandosi follemente di non restar bruttato da macchia di reità, per essersi solennemente lavate in pubblico le mani.
Esempio: Maff. Merop. 5, 5: Si lusinga Che a spettacol sì atroce al fin si scuota Il popol neghittoso.
Esempio: Cocch. Matrim. 17: Nè giova il lusingarsi che molte mogli possano esser per natura pudiche, poichè l'esperienza ci dimostra che ec.
Esempio: Metast. Dramm. 1, 58: Non lusingarti mai Ch'io voglia amarti. Aborrirò costante Quel funesto legame Che a te mi stringerà.
Definiz: § XVI. E nel medesimo costrutto, vale anche Avere qualche plausibile fiducia o speranza, e talora altresì Confidarti, Sperare. –
Esempio: Dat. Vegl. 3, 155: Io mi voglio lusingare che questi medesimi, che ora per una certa gara le vilipendono (le matematiche), fra poco ne diventeranno promotori e maestri.
Esempio: Murat. Dissert. Antich. ital. Pref.: Dalla quale opera, avvegnachè io non abbia avuto animo di scrivere l'Istoria Italiana della mezzana età, lusingomi però che non poco lume ed aiuto venir ne possa a chi voglia scrivere la detta storia, ec.
Esempio: Bottar. Lez. Decam. 1, 210: Mi sarei lusingato di alquanto più vaghi e senza fallo più fioriti rendere di scelta erudizione i miei ragionamenti.
Esempio: Metast. Dramm. 1, 276: Lusingarmi potrò d'esser felice, Se la gloria resiste Fra i moti di quel cor pochi momenti.
Esempio: E Metast. Dramm. 8, 239: E potrei lusingarmi Che s'abbassi ad amarmi, Prence illustre, il tuo cor?
Esempio: Mann. Ist. Decam. 87: Quindi io mi lusingherei, che degli scritti suoi più gastigati dopo questo tempo, fossero le spiegazioni dell'Egloghe ec.
Esempio: Mont. Poes. App. 105: Sostener mi lusingo a vostre spese li mio re, la mia patria e la mia dama.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 6: Se non hai tu altri moccoli che questi, Credo tu voglia andare a letto al buio. Eppure io spero..., mi vo lusingando,... Chi vive di speranza muor cantando.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 256: Non son sì scimunito Da potermi lusingare Che voleste lì piantare Solo solo Giantommaso, Per veder chi scrisse il Naso.
Definiz: § XVII. E costruito con un termine retto dalla particella In, vale Provare compiacenza o diletto, Compiacersi, o simile; ma non è maniera comune. –
Esempio: Salvin. Disc. 1, 130: Queste (le malattie dell'animo) si lasciano senza cura, nè vi si adopra alcun curatore, come sarebbe una persona antica, autorevole, costumata, prudente; la quale si dovrebbe eleggere.... da ciascheduno, affinechè i proprj difetti, che noi mal conoschiamo, anzi in quelli ci lusinghiamo, ci fussero amichevolmente fatti avvertire, per preservarne l'anima e curamela.
Definiz: § XVIII. Lusingarsi d'una cosa, vale Prenderne speranza, Credersi d'averla conseguita. –
Esempio: Crusc. Vocab. IV Avvert. Lett. 1: Della qual cosa con altrettanta fiducia ci lusinghiamo, con quanta schiettezza e docilità.... ci siamo approfittati.... di quelle osservazioni che da altri ne sono state somministrate.
Esempio: Metast. Dramm. 1, 56: Ascolta o Megabise. Io mi lusingo Al fin dell'amor tuo. Posso una prova Sperarne a mio favor?
Esempio: Alf. Trag. 5, 115: Ah! riamarmi, forse Mirra il vorrete, e par noi possa. In petto Già n'ebbi io speme, e ancor lo spero; o, almeno, Io men lusingo.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 69: Così lo stolido Fiore ingannato, Di nuova gloria Si lusingò: E distaccatosi Dal suolo usato, Nell'onde tremule S'abbandonò (qui per similit.).