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Dizion. 5° Ed. .
ESTRO.
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pag.408
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ESTRO. Definiz: | Sost. masc. Movimento della facoltà immaginativa, Impeto della mente, Furore, il quale eccita i poeti a comporre. |
Dal lat. oestrus, e questo dal grec. οἶστρος, Assillo, e figuratam. Furore, Veemenza. ‒ Esempio: | Menz. Poes. 1, 237: Ma che? bevendo Spesso nel petto Tal estro scesemi, Ch'ei mi rapì. | Esempio: | Salvin. Pros. tosc. 2, 104: Questa maniera di fare è un mostrarsi pieno d'estro traboccante. | Esempio: | Vallisn. Op. 1, 226: È l'estro, secondo i poeti, un certo furore che gli agita e rapisce come fuora di loro stessi, sforzandogli a cantare cose pellegrine e rare, e insino superanti l'umana natura. | Esempio: | Fag. Rim. 5, 58: Scusatemi, se in questo io non m'imbroglio: Qui vi vorrebbe un estro aver profondo, Il quale in oggi in me perdè il rigoglio. | Esempio: | Memor. Bell. Art. 2, 299: E siccome queste [cantilene] veniano a lui dettate dal proprio estro, così non erano mai stentate. | Esempio: | Parin. Poes. 259: O il plettro a lui concesso Tentar con facil estro. | Esempio: | Panant. Poet. Teatr. 9: E quasi una miscea fosse aver estro, Dipendo dal maestro di cappella. | Esempio: | Giust. Vers. 147: Genio,... Reggi la bussola Dell'estro gretto, ec. |
Definiz: | § I. Quindi le locuzioni Estro poetico, Estro febeo, e simili, che valgon lo stesso. ‒ | Esempio: | Menz. Pros. 3, 203: Quel di Sulmona, con estro poetico, dopo di avere maravigliosamente espresse le mutate forme degl'Iddii, presagisce a sè medesimo una vita da non mancare giammai. | Esempio: | Vallisn. Op. 1, 226: Cercando la cagion naturale generante l'estro poetico, assicurate essere questo produtto da umor malinconico, comune alle nazioni tutte, e in tutti i secoli sempre lo stesso. | Esempio: | Panant. Poet. Teatr. 77: Ma quanti eran dottori nella Curia, Servi e bidelli, da tutte le parti Vennero a maledir l'estro febeo. |
Definiz: | § II. E usato nel plur., vale Inspirazione poetica. ‒ | Esempio: | Pindem. Poes. 249: È questa [voce], Ugo, la tua, che a te mi chiama Fra tombe, avelli, arche, sepolcri, e gli estri Melanconici e cari in me raccende. | Esempio: | Panant. Poet. Teatr. 27: O Italia, o bella regïon del sole,... Nascono gli amaranti e le vïole Coi vividi estri nel tuo suol felice. |
Definiz: | § III. E genericamente per Furore che eccita a checchessia; e più spesso applicasi, con qualche aggiunto che determini, a Furore amoroso: ma è proprio più che altro di nobile scrittura. ‒ |
Esempio: | Ar. Orl. fur. 33, 79: Senza che tromba o segno altro accennasse Quando a muover s'avean,... E lor pungesse il cor d'animoso estro, L'uno e l'altro d'accordo il ferro trasse. | Esempio: | Vallisn. Op. 1, 227: Anzi ogni stimolo libidinoso viene proverbialmente espresso per estro. | Esempio: | E Vallisn. Op. 1, 446: Nel tempo del loro estro amoroso (delle rane) si fa, ec. | Esempio: | E Vallisn. Op. 2, 140: Vide.... che dal movimento delle loro particelle pungenti e rigide, non solo si risvegliasse l'estro di Venere, ma il piacere ec. | Esempio: | Giust. Vers. 35: Già della chiacchiera L'estro s'infiamma; Sento l'aculeo Dell'epigramma. |
Definiz: | § IV. E per Fantasia, Capriccio, di far checchessia, venuto improvvisamente. ‒ | Esempio: | Panant. Poet. Teatr. 24: E' ci ha Domeneddio le gambe fatte.... per portarci dove l'estro batte. | Esempio: | E Panant. Poet. Teatr. 59: Ma Ciapo non mi lascia partir solo,... acciò sdegnato non mi prenda l'estro D'andare al collo a mettermi un capestro. |
Definiz: | § V. E usato, secondo proprietà greca e latina, a designare Quell'insetto, che comunemente chiamasi Assillo. ‒ |
Esempio: | Vallisn. Op. 1, 11: Poco dopo la cavalla (come quando i buoi sono feriti dall'estro) incominciò, ec. | Esempio: | E Vallisn. Op. 1, 16: Dal che voi chiaro vedete, essere questi i veri assilli od estri, che mettono in fuga precipitosa gli armenti e le mandre intere. | Esempio: | E Vallisn. Op. appr.: Non solamente non ben descrissi l'estro, ma col tafano lo confusi, benchè dipoi mi sono avveduto che sono insetti differentissimi fra di loro. | Esempio: | E Vallisn. Op. 1, 227: È dunque l'estro.... un animaletto volante, il quale fu detto da' Greci Oestros, dal suono del volo, o dall'effetto che produce;... da' Latini fu chiamato Asilus, da' Toscani Assillo, da alcuni scrittori malamente tafano. |
Definiz: | § VI. A estro, posto avverbialm., vale Secondo la propria fantasia, ed altresì A capriccio; e più spesso riferiscesi al modo di fare alcuna cosa. |
Definiz: | § VII. A estri, pure avverbialm., vale Senza certo ordine o regola, A scatti, A sbalzi. |
Definiz: | § VIII. Essere in estro, vale Essere in vena di comporre, d'improvvisare, versi. ‒ |
Esempio: | Panant. Poet. Teatr. 58: La cosa andava veramente bene, Ed era quella sera proprio in estro. |
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