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1) Dizion. 5° Ed. .
MEANDRO
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Dizion. 5 ° Ed.
» MEANDRO
MEANDRO.
Definiz: Sost. masc. Serpeggiamento, Ravvolgimento, Tortuosità, che nel suo corso fa un fiume, una corrente, e simili.
Dal lat. maeander, e questo dal grec. Μαίανδρος, fiume dell'Asia minore, rinomato per le tortuosità del suo corso, sicchè pareva che tornasse alla sorgente. –
Esempio: Bart. D. Op. mor. 30, 133: Alcune [correnti], sempre diritte, s'allungano a centinaia di miglia; altre serpeggiano, e fan mille torcimenti e meandri.
Esempio: Targ. Viagg. 2, 89: Se corresse (l'Arno) per linea retta, non avrebbe più lungo corso di circa 18 miglia da levante a ponente; egli però fa tanti meandri e rivolte, che allunga il suo corso di ben 9 miglia.
Esempio: Fosc. Poes. C. 194: Sfrondate, Ilari carolando, o verginette, Il mirteto e i rosaj lungo i meandri Del ruscello.
Esempio: Mont. Poes. 2, 169: Sopra una vetta che d'Albecco e d' Ulma Signoreggia la valle, e i cristallini Bei meandri dell'Istro in lontananza, Salìa tutto raccolto in suo pensiero L'irto poeta.
Definiz: § I. E per similit., detto dell' andamento tortuoso e ravvolgentesi di certi corpi. –
Esempio: Vallisn. Op. 2, 58: Aperto il ventre,... si vide l'omento sovra gl'intestini, in vari giri, e confusi meandri ravvolti, e in alcuni luoghi strettamente uniti o stivati.
Esempio: Cocch. R. Lez. anat. 33: Il resto dell' epididimo è un sol condotto seminifero ben lungo, ma per tanti meandri e raggiri al solito ripiegato tutto sopra la convessità del testicolo, al quale ei si attacca allargandosi e stendendosi, ec.
Esempio: E Cocch. R. Lez. anat. 58: Le arterie vi serpeggiano (nella sustanza dell'utero) in meandri e rigiri, più che in qualunque altra parte.
Esempio: Targ. Viagg. 9, 405: Esse croste cristallizzate sono distese a foggia di veli più o meno grossi, addosso alle descritte in primo luogo. Dove, i meandri di tali concrezioni formano caverne, le loro interne superficie sono incrostate d'ingemmamenti meglio formati, e maggiori.
Esempio: Mont. Poes. 1, 266: Con orrendo ronzìo sbucan le orrende Forme, e chi di serpente e chi di cane, Chi di fanciulla le sembianze prende, E fan meandri e scorribande insane Per lo buio.
Esempio: E Mont. Poes. 1, 317: In quella guisa Che d'autunno balen squarcia repente La fosca nube, e con veloce riga Di lucido meandro i nembi irriga.
Definiz: § II. E per Quel disegno, per lo più a guisa di lista, le cui linee s' intrecciano, si piegano e si ripiegano in modo regolare, e che serve per ornamento di parti architettoniche, e anche di vesti, vasi, e simili. –
Esempio: Ugurg. Eneid. 149: Al vencitore dona una vesta lavorata con oro, intorno alla quale molta porpora della città di Melibea corse per duplicato meandro.
Esempio: Memor. Bell. Art. 2, 132: Sono questi [costoloni] chiusi dai lati con fascioni di pentelico, con meandri d' oro, ed in ognuno di essi s' alza un zoccolo ec.
Esempio: Buonarr. F. Medagl. ant. 93: Solevano.... adornare e guarnire l' estremità delle vesti con certe strisce di porpora riportate con lavori di questi meandri.
Esempio: Lanz. Vas. ant. dip. 23: I vasi campani.... hanno un carattere di greco disegno,... un bel gusto di meandri e di fiori, ec.