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1) Dizion. 5° Ed. .
OFFERTORIO.
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Dizion. 5 ° Ed.
OFFERTORIO.
Definiz: Sost. masc. Term. della Liturgia. Quella parte della messa nella quale il sacerdote fa l'offerta del pane e del vino da consacrarsi.
Dal basso lat. offertorium ‒.
Esempio: Fr. Galg. Ord. Mess. 4: L'offertorio, quando il sacerdote offerisce e l'ostia e il calice, figura l'offerta che fu fatta a Cristo nel tempio.
Esempio: Borgh. V. Disc. 2, 450: Procedendosi poi a' più secreti misterj, che a quella parte che si dice offertorio cominciavano, erano gl'infedeli e catecumeni e i pubblici penitenti che potevano entrare fin quivi, licenziati.
Esempio: Bald. Vit. Guidob. 2, 243: Tra 'l silenzio dell'offertorio.... Lodovico Odasio.... recitò quell'orazione funebre, che fu poi con tanta sua lode pubblicata e celebrata da Pietro Bembo.
Esempio: Buomm. Verg. 22: Gli abati e le badesse nella loro consecrazione porgono all'offertorio due torce al consecrante.
Esempio: E Buomm. Verg. 95: Si ripiglia la messa sino all'offertorio.
Esempio: E Buomm. Verg. 119: In alcuni luoghi usano che all'offertorio ciascuna vergine porga una candela spenta al celebrante.
Esempio: Cerracch. Dubb. Rubr. 1, 197: Se il sacerdote già è in mezzo dell'altare, come dopo il Kyrie, avanti l'Offertorio, compito il Credo, ed in altre consimili circostanze, dee ec.
Definiz: § E per Quella specie d'antifona che nella messa il sacerdote dice prima dell'offerta del pane e del vino, e che nelle messe solenni è cantata dal coro, dopo il Credo o il Vangelo; ed è composta per lo più di un versetto de' salmi. ‒
Esempio: Baldell. F. Polid. Virg. 299: Ritrovarono oltre acciò molte orazioni, cioè preghi, Gelasio e Gregorio, ed aggiunsero alle lezioni ed a' Vangeli i responsorj, cioè gli offertorj, chè così son detti.
Esempio: Cerracch. Dubb. Rubr. 2, 213: L'offertorio è tutto d'ingrandimento del divin Verbo fatt'uomo: protestandosi la Chiesa riconoscerlo per vero padrone e signore sì del cielo che della terra, e per giusto eterno giudice del genere umano.
Esempio: Martin. G. B. Stor. Music. 1, 392: Tutti gl'introiti, graduali, alleluia, tratti, offertorj e versetti che ne' libri liturgici comunioni si appellano.