Lessicografia della Crusca in rete

1) Dizion. 5° Ed. .
ACCIAIO
Apri Voce completa

pag.105


Vedi le altre Edizioni del Vocabolario
Dizion. 2 ° Ed.
Dizion. 3 ° Ed.
Dizion. 1 ° Ed.
Dizion. 4 ° Ed.
Dizion. 5 ° Ed.
» ACCIAIO
ACCIAIO.
Definiz: Sost. masc. Ferro raffinato con mistura di altre sostanze e specialmente di carbone, e mediante la tempera reso assai più duro. Dicesi anche Acciaro, ma è più del verso.
Dal lat. barbaro aciarium, fatto da acies. −
Esempio: Vill. G. 4, 11: E la detta corona si dà in Milano, ed è di fino acciaio, forbito a spada, fatta a forma d'una ghirlanda d'alloro.
Esempio: Machiav. Comm. 172: Ben ch'io non abbia molti denti, io ho le mascelle che paiono d'acciaio.
Esempio: Biring. Pirotecn. 18 t.: L'acciaro altro non è che esso ferro, mediante l'arte benissimo depurato, e per la molta decozion del fuoco condotto in più perfetta mistione e qualità che prima non era.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 43: Di sì forbito acciar luce ogni torre, Che non vi può nè ruggine, nè macchia.
Esempio: Car. Eneid. 8, 686: Il bronzo e l'oro Corrono a rivi, s'ammassiccia il ferro, Si raffina l'acciaio.
Esempio: Tass. Gerus. 8, 22: Tempra non sosterrebbe, ancorchè fina Fosse, e d'acciaio no, ma di diamante, I feri colpi.
Esempio: Targ. Viagg. 6, 362: Il ferro di Pietrasanta è più dolce assai di quello dell'Elba;.... forse anche se ne potrebbe cavare dell'acciaio.
Definiz: § I. Acciaio e Acciaro, poeticam. per Armatura d'acciaio. −
Esempio: Tass. Gerus. 5, 44: Ciò detto, l'armi chiede; e 'l capo e 'l busto Di finissimo acciaio adorno rende.
Esempio: E Tass. Gerus. 6, 92: Col durissimo acciar [Erminia] preme ed offende Il delicato collo e l'aurea chioma; E la tenera man lo scudo prende.
Esempio: Alf. Trag. 4, 260: In lino imbelle avvoltolati, ardite Soverchiar noi sotto l'acciar sudanti.
Definiz: § II. Acciaro poeticam. vale anche Spada o altra simigliante arme. −
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 12, 174: Cenèo l'acciar vittorïoso e franco Fa tutto penetrar nel viril fianco.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 9, 12: Come gli uomini illustri che di paro Trattar la penna ed il fulmineo acciaro.
Esempio: Alf. Trag. 2, 59: Cara vi sono io troppo? in me l'acciaro Tremereste vibrare?
Esempio: Mont. Iliad. 1, 291: Disse, e rattenne su l'argenteo pomo La poderosa mano, e il grande acciaro Nel fodero respinse.
Definiz: § III. E per Acciarino. −
Esempio: Bocc. Decam. 3, 57: Fatto colla pietra e collo acciaio, che seco portato avea, un poco di fuoco, il suo torchietto accese.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 34: L'acciaio allora la Discordia prese E la pietra focaia, e picchiò un poco.
Esempio: Targ. Viagg. 6, 327: Le altre note classiche comuni al quarzo ed alla selce, sono il far fuoco percossi che sieno coll'acciaio.
Esempio: E Targ. Viagg. 10, 290: Percossa [la matrice di cristallo] coll'acciaro, getta delle faville.
Definiz: § IV. Trovasi anche per Specchio. −
Esempio: Tass. Rinald. 9, 75: L'auree chiome in vago ordine comparte, Ed ad ornarsi il rimanente attende; Poi lieta si contempla a parte a parte Nell'acciar che l'imago al vivo rende.
Definiz: § V. E Term. de' Farmacisti, per l'Acciaio preparato ad uso di medicina. −
Esempio: Red. Cons. 1, 103: Lasci un poco stare gli acciaj, e tutte le cose acciaiate.
Esempio: E Red. Cons. 1, 180: Io però confesso francamente, che l'acciaio preparato con le mele appiè è il più innocente di tutti gli acciaj.
Definiz: § VI. Essere d'acciaio, vale Essere fortemente temprato di corpo e d'animo, Essere resistente alle fatiche o alle sventure. Lo stesso che Essere di ferro, di diamante e simili. −
Esempio: Bocc. Rim. 6: Tu mi trafiggi, ed io non son d'acciaio.