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DEA.
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DEA.
Definiz: Sost. femm. Nome di qualunque divinità mitologica, di sesso femminino.
Dal lat. dea. ‒
Esempio: Ristor. Comp. Mond. 152: E per lo grande effetto e per la grande operazione, che li savi antichi trovarono in loro (nei pianeti), ciascheduno di loro ponieno per uno deo; e imperciò chiamaro Iupiter deo di pace, e Marte deo di battaglie, e Venere dea d'amore.
Esempio: Simint. Ovid. Metam. 1, 153: Le figliuole di Mineo.... con la dea Minerva.... filano la lana o volgono lo stame con le dita.
Esempio: Bocc. Ninf. Fiesol. 1, 7: Ancor regnava in quel tempo una dea, La qual Diana si facea chiamare.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 184: O santa dea che dagli antiqui nostri Debitamente sei detta triforme.
Esempio: Car. Eneid. 6, 94: È tempo omai, Dii tutti e Dee,... che perdono e pace Le concediate.
Esempio: Fosc. Poes. 178: E tu venivi E sorridevi a lui sotto quel tiglio, Ch'or con dimesse frondi va fremendo, Perchè non copre, o Dea, l'urna del vecchio, ec.
Esempio: Mont. Iliad. 1, 685: Fa' ch'io mi sappia Se fra le Dee son io la più spregiata.
Definiz: § I. Poeticam. detto di qualsivoglia essere fantastico, a cui si attribuiscano qualità e persona di Dea. ‒
Esempio: Dant. Conv. 314: Se quanta rena volge lo mare turbato dal vento, se quante stelle rilucono, la Dea della ricchezza largisca, l'umana generazione non cesserà di piangere.
Esempio: But. Comm. Dant.: Per certificare gli uomini grossi, che credono, che la fortuna sia una Dea.
Esempio: Fosc. Poes. 176: Gamelie Dee! rechiamo serti.... Per voi fa Bossi un quadro, e Rossi un dramma, E il pover Ugo, o Dee, quest'epigramma.
Esempio: Pindem. Poes. 28: O bella Sera, amabil Dea fra mille.
Definiz: § II. E per similit. e poeticam.
Esempio: Dant. Purg. 32: Quando per forza mi fu volto il viso Vêr la sinistra mia da quelle Dee (sono le virtù teologali personificate dal Poeta).
Definiz: § III. E pur poeticam., trovasi detto di Maria Vergine. ‒
Esempio: Petr. Rim. 2, 134: Or tu, donna del Ciel, tu nostra Dea, Se dir lice e conviensi; Vergine d'alti sensi, Tu vedi il tutto.
Definiz: § IV. Nel linguaggio degli amanti, dicesi La donna amata e come adorata. ‒
Esempio: Petr. Rim. 2, 93: Vedeva alla sua ombra onestamente Il mio Signor sedersi e la mia Dea.
Esempio: Ar. Orl. fur. 12, 6: Egli che la sua donna e la sua Dea Vede portar sì addolorata e grama, ec.
Esempio: Guar. Past. fid. 2, 1: E di sangue e d'amor, sì come intesi, A la mia Dea congiunte.