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1) Dizion. 5° Ed. .
BUDELLO
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BUDELLO.
Definiz: Sost. masc. Quel canale nel corpo degli animali, che con varj avvolgimenti va dalla bocca inferiore dello stomaco o piloro sino all'ano, e serve a compire la digestione degli alimenti, a trasformargli in chilo e a mandar fuori gli escrementi. Al plur. fa più comunemente Le budella.
Dal lat. botellus. −
Esempio: Benciv. Ras. 14 t.: Il primaio budello è quello che si truova essere continuato alla bocca dello stomaco di sotto, il quale è chiamato duodeno.
Esempio: E Benciv. Ras. 15: La estremitade, cioè la fine, di questo budello è il culo.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 12: Se 'l ventre o le budella o i lati o le reni di niun dolore o vero enfiamento son magagnati.
Esempio: Sacch. Rim. M. 99: E chi ne porti il cuore e ch'i ventrigli, E' corbi e nibbi s'abbian le budelle.
Esempio: Bern. Orl. 36, 73: Se non era chinato il traditore, Sì che la spada non lo giunse appieno, Per mezzo lo tagliava il senatore, E le budella gli metteva in seno.
Esempio: Panant. Civett. 11: Potrai per mantener buona civetta O di trippa nutrirla o di budelli.
Definiz: § I. Aver le budella, Esser colle budella in un catino o in un canestro, vale Trovarsi a grandissimo pericolo d'essere ucciso; ma si usa per lo più col verbo Parere o Sembrare, parlandosi di persona che si creda ad ogni istante a rischio di trovare chi la sbudelli. −
Esempio: Cas. Rim. burl. 1, 15: Par che ti guardi torto la signora, Parti aver le budella in un canestro.
Esempio: Cellin. Vit. 168: Il Tribolo disse: leghiamo le spade per l'amor di Dio, e non me ne fate più, che sempre m'è parso avere le budella 'n un catino.
Esempio: Lipp. Malm. 4, 57: Verso di me ne viene [il toro] a capo chino Colla sua lancia biforcata in testa; Io già colle budella in un catino, Addio dicevo al mondo, addio chi resta.
Esempio: Not. Malm. 1, 374: Colle budella in un catino: Mi credeva già morta, mi credeva già essere stata sbudellata dal toro.
Definiz: § II. Cavar le budella a uno, vale Ucciderlo, ed è modo basso, usato per lo più come minaccia. −
Esempio: Ner. I. Pres. Samm. 5, 24: Vuol di man propria ripigliar la preda, E cavar le budella a quei ghiottoni.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 9: Se non fa a modo della mia sorella, Al poeta gli cavo le budella.
Definiz: § III. Cascare le budella, Modo basso, che vale Perdersi d'animo, Restare sbigottito. −
Esempio: Lipp. Malm. 11, 6: Alla quale in quel punto cascò il fiato, Il fegato, la milza e le budella.
Esempio: Not. Malm. 2, 787: Le casca il fiato, si perde d'animo; e soggiungendo il fegato, la milza e le budella, intende: si perde d'animo affatto.
Definiz: § IV. Dare in budella, modo basso e poco usato, che vale Riuscire a nulla, Non conchiudere niente di buono, Non corrispondere all'espettativa. −
Esempio: Lipp. Malm. 6, 94: Qui, dice il re, si dà sempre in budella, Sicchè mi cascan le braccia e l'ovaia.
Esempio: Not. Malm. 2, 522: Si dà sempre in budella: non si conchiude mai cosa di buono. Questo proverbio si dice copertamente: Far come il cane del peducciaio, e s'intende Dare in budella, che esprime Discorrere assai e conchiuder poco, ed è lo stesso che Dare in trippa, in cenci ec.
Definiz: § V. Seminar le budella, dicesi in modo familiare Di una cosa la quale sia rotta e mandi fuori quello di cui è ripiena, come di una Balla, di una Palla e simili.
Definiz: § VI. Tirare le budella o Trarre le budella, trovasi detto del panno, e vale Sforzarlo nel Tiratoio maliziosamente per farlo allungare. −
Esempio: Fr. Giord. Pred. 33: Andando io, disse frate Giordano, a uno tiratoio, trovai panni ch'eran loro tratte le budella; e fummi detto, che tal panno v'ha che 'l fanno tirare e crescere quindici braccia; onde io ne reddii molto scandalizzato.