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1) Dizion. 4° Ed. .
ARRABBIARE
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ARRABBIARE.
Definiz: Divenir rabbioso, ed è proprio de' cani. Lat. rabire, rabere, rabie agitari. Gr. λυσσᾷν.
Esempio: Zibald. Andr. 102. Le bestie, che veggiono, o di dì, o di notte la sua ombra nell'acqua, elle arrabbiano, altresì, se elle mordono alcuna persona, sì arrabbierà e persona, e bestia.
Definiz: §. I. E per metaf. Stizzirsi, Incollerirsi. Lat. excandescere, indignari. Gr. ἀσχάλλειν.
Esempio: Bocc. nov. 85. 21. All'uscio della casa pervenuti, la donna, che arrabbiava, datovi delle mani, il mandò oltre.
Esempio: Sen. Pist. Ma noi siamo sì dilicati, che noi arrabbiamo per piccola cosa.
Esempio: Varch. Ercol. 55. Se continua nella stizza, e mostra segni di non volere, o non potere star forte, e aver pazienza, si dice, egli arrabbia, e vuol dare del capo, o battere il capo nel muro.
Definiz: §. II. E pur per metaf. dicesi di grano, biade, o erbe, che sieno ancora sopra la terra, quando si seccano prima del debito tempo, per nebbia, o soverchio caldo, che l'abbia avvampate; e talora si trasferisce anche alla terra.
Esempio: Dav. Colt. La terra arrabbia, lavorata tra molle, e asciutta, e la mattina alle guazze.
Definiz: §. III. Si dice ancora delle vivande, Essere arrabbiate quando sono cotte in fretta, e con troppo fuoco.
Definiz: §. IV. Arrabbiar dalla fame, vale Aver gran fame.
Esempio: Malm. 6. 27. Tal ch'un di lor, ch'arrabbia dalla fame, Fermate (dice) olà, che roba è quella?