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1) Dizion. 4° Ed. .
CEREMONIA, CERIMONIA, e CIRIMONIA.
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Dizion. 5 ° Ed.
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CEREMONIA, CERIMONIA, e CIRIMONIA.
Definiz: Culto esteriore intorno alle cose attenenti a Religione. Lat. caeremoniae, arum, caeremonia, ritus. Gr. θρησκεία.
Esempio: M. V. 1. 34. E però la santa Chiesa dispensò con lui queste cerimonie, e levollo del pericolo, e dalla spesa.
Esempio: Franc. Sacch. Op. div. 59. E nell'altre città non sono di queste così fatte cerimonie?
Definiz: §. I. Si estende ancora a quegli Atti, che si fanno da' Magistrati, o da' Principi nelle azioni pubbliche.
Definiz: §. II. Per Formalità.
Esempio: Ambr. Cof. 2. 1. Il qual gli pigliere' per cirimonia, Poi gli rendere' lor.
Esempio: Tac. Dav. ann. 15. 207. Peto ricordò i Luculli, i Pompei, e se altri capitani tennero, o donarono l'Armenia: Vasace disse averla noi tenuta, e data in cirimonia, gli altri in effetto.
Definiz: §. III. Si usa eziandío per le Dimostrazioni reciproche, che si fanno tra loro per onoranza le persone private.
Esempio: Bern. Orl. 1. 27. 9. Così dappoi, che fur stati in contegno In sulle cirimonie questi dui.
Esempio: Galat. 32. Sono adunque le cirimonie ec. una vana significazion d'onore, e di riverenza verso colui, a cui si fanno, posta ne' sembianti, e nelle parole d'intorno a' titoli, e alle profferte.