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1) Dizion. 4° Ed. .
GRATTARE
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GRATTARE.
Definiz: Stropicciare, e Fregar la pelle coll'unghie, propriamente per attutarne il pizzicore. Si adopera e nell'att. e nel neutr. e nel neutr. pass. signific. Lat. scabere, scalpere, vellere. Gr. κνήθειν, κνίζειν.
Esempio: Franc. Sacch. rim. 64. Coll'unghie gratto, e strigghio come pazzo, Che non si sente, e questo è quel partito, Che dà alle pene un poco di sollazzo.
Esempio: Bern. Orl. 3. 9. 19. Che per grattarsi il dolce non s'acquista.
Esempio: Buon. Tanc. 3. 12. P. Che si può far? A. Grattarle un po le rene, Spruzzarle il viso coll'aceto forte.
Definiz: §. I. Grattare, figuratam.
Esempio: Dant. Inf. 30. L'una giunse a Capocchio, ed in sul nodo Del collo l'assannò, sicchè tirando Grattar gli fece il ventre al fondo sodo.
Esempio: E Dan. Par. 17. E lascia pur grattar, dov'è la rogna.
Esempio: But. ivi: E lascia pur grattar, dov'è la rogna; cioè: e lascia pur doler chi s'ha dolere.
Esempio: Malm. 1. 2. Acciocch'io possa correr questa lancia, Dammi la voce, e grattami la pancia.
Definiz: §. II. Grattar la tigna, o la rogna, o simili, per metaf. vagliono Offendere, e Far male. Lat. offendere, laedere. Gr. βλάπτειν, βαρύνειν, λυπεῖν.
Esempio: Dant. Inf. 22. Io direi anche, ma i' temo, ch'ello Non s'apparecchi a grattarmi la tigna.
Esempio: Bern. Orl. 1. 3. 23. Venga chi vuol, ch'io gli gratti la rogna.
Esempio: Malm. 11. 11. Che dovendo a Baldon grattar la tigna ec. Alzò il battaglio, e questo fu il saluto.
Definiz: §. III. Grattare gli orecchi, o simili; vale il medesimo, che Adulare, Parlare secondo l'umore, o 'l gusto di chi ode. Lat. assentari, adulari, blandiri, palpo percutere, palpari. Gr. κολακεύειν, ὑπαικάλλειν.
Esempio: Pass. 310. Ma cercherà la gente maestri, e predicatori secondo l'appetito loro, e che grattin loro il pizzicore degli orecchi, cioè, che dicano loro cose, che desiderano d'udire, a diletto, non ad utilità (corrisponde al luogo di San Paolo: prurientes auribus. Gr. κνηθόμενοι τὴν ἀκοήν)
Esempio: Dav. Scism. 31. Io solo fui, e non me ne pento, e sarei di bel nuovo, rispose egli, per grattare gli orecchi al Re.
Esempio: Gal. Sist. 278. Si vuole insinuare nella vostra grazia col grattarvi l'orecchie, e col gonfiar la vostra ambizione.
Definiz: §. IV. Grattare i piedi alle dipinture; si dice di Coloro, che per parer buoni fanno intorno alle immagini sante il collo torto, onde sono chiamati Graffiasanti. Lat. hypocritam esse. Gr. ὑποκριτὴν εἶναι.
Esempio: Bocc. lett. Pin. Ross. 274. Con l'andar grattando i piedi alle dipinture.
Definiz: §. V. Grattarsi la pancia; vale Starsi in ozio. Lat. otio indulgere. Gr. ῥαστονεύειν ῥᾳστωνεύειν.
Esempio: Sen. ben. Varch. 4. 13. Attendere a ingrassare col mangiare, e col bere i vostri corpi, i quali sono pallidi non per altro, che per non fare esercizio mai, standovi sempre in continovo ozio a grattarvi (come si dice volgarmente) la pancia.
Esempio: Ar. Fur. 38. 50. Poi nel bisogno si gratta la pancia, Nell'ozio immerso abominoso, e tetro.
Esempio: E Ar. Cass. 1. 5. Bisogna, che simile-Mente suo padre sia stato, e suo avolo A grattarsi la pancia.
Definiz: §. VI. Grattar dove pizzica; si dice del Trattar delle materie, nelle quali ha gusto, e premura colui, a cui si discorre.
Definiz: §. VII. A gratta 'l culo; modo basso antico, detto di chi si sta senza far nulla colle mani in mano.
Esempio: Pataff. 1. A bacchio, a micca, a gratta 'l cul Giannino.
Definiz: §. VIII. Grattare il corpo alla cicala, modo proverb. vale propriamente Provocare un linguacciuto a dir male. Lat. cicadam ala comprehendere.
Esempio: Varch. Ercol. 81. Quando uno si sta ne' suoi panni senza dar noia a persona, e un altro comincia per qualche cagione a morderlo, e offenderlo di parole, se colui è uomo da non si lasciare malmenare, e bistrattare, ma per rendergli, come si dice, i coltellini, s'usa dire ec. propriamente, e' gratta il corpo alla cicala.
Esempio: Buon. Fier. 3. 4. 4. O va', gratta un po 'l corpo alla cicala.