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1) Dizion. 5° Ed. .
OCCHIAIA.
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OCCHIAIA.
Definiz: Sost. femm. Cavità contenente il bulbo dell'occhio; Orbita. ‒
Esempio: Dant. Purg. 23: Parean l'occhiaie anella senza gemme.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 554: Parean le occhiaie, cioè li luoghi de li occhi,... anella ec.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 109, 1: Occhiaia.... Luogo dove stanno gli occhi, altrimenti detta cassa dell'occhio.
Esempio: Pindem. Odiss. 1, 251: Ei fuor cavossi dell'occhiaia il trave, E da sè lo scagliò, di sangue lordo, Furïando per doglia.
Esempio: Card. Poes. 487: Entro i teschi aguzzi e mondi che parean d'avorio fino Luccicavano le occhiaie d'un sottil fuoco azzurrino.
Definiz: § I. Vale anche Quel lividore che talvolta viene ad alcuno sotto gli occhi per malattia, strapazzi, abusi, e simili. ‒
Esempio: Bocc. Laber. 85: Se tu.... veduta l'avessi..., covare il fuoco in su le calcagna sedendosi, e con l'occhiaia livida, tossire e sputar farfalloni, io non temo punto che ec.
Esempio: Alb. Fam. 45: Stanno palliducci, seccucci, occhiaie e mocci.
Esempio: Buonarr. Fier. 4, 2, 1: S'ella avrà gran d'occhiaia, Sbaviglierà, terrà aperta la bocca, ec.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 109, 1: Occhiaia.... E occhiaia pigliasi per un certo lividore formato sotto l'occhio.
Esempio: Giust. Vers. 149: Colori semplici, Capi strigliati, Gentili occhiaie, Visi slavati.
Definiz: § II. In locuz. figur. ‒
Esempio: Grazz. Rim. V. 46: La gloria di Parnaso or vile e scema È restata: e le Muse hanno l'occhiaia, Perduto avendo a moggia, e non a staia, La forza lor maggiore e più suprema.