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AGGRADARE, e poeticam$. anco AGGRATARE
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AGGRADARE, e poeticam. anco AGGRATARE.
Definiz: Neutr. Essere a grado, Piacere, Sodisfare. −
Esempio: Dant. Inf. 2: Tanto m'aggrada il tuo comandamento, Che l'ubbidir, se già fosse, mi è tardi.
Esempio: E Dant. Inf. 11: Tu mi contenti sì quando tu solvi, Che non men che saver, dubbiar m'aggrata.
Esempio: Petr. Rim. 1, 124: Che mal si segue ciò ch'agli occhi aggrada.
Esempio: Bocc. Decam. 3, 262: E perciò tempo è che per me si faccia quello che v'aggraderà.
Esempio: Liv. Dec. 1, 241: Questa sentenza aggradò a tutti, e furono stanziati tre uomini per dipartire i poderi.
Esempio: Sannazz. Arcad. 63: Tanto a ciascun le sue sciocchezze aggratano.
Esempio: Machiav. Comm. 276: Cotesta parola tu dovevi dire già quando tu inducesti l'animo tuo a fare in qualunque modo quello che ti aggradava.
Esempio: Tass. Gerus. 14, 27: Questi è di cor fortissimo e di mano, Onde al buon Guelfo assai l'offerta aggrada.