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Dizion. 4° Ed. .
AGGRADIRE, e AGGRADARE.
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AGGRADIRE, e AGGRADARE.
Definiz: | Essere a grado, o in grado Piacere, Soddisfare. Lat. placere, arridere, gratum
esse. Gr. ἀρέσκειν.
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Esempio: | Bocc. nov. 29. 3. E perciò tempo è, che per me si faccia quello, che v'aggradirà.
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Esempio: | E Bocc. nov. 37. 5. Li quali tanto all'una parte, e all'altra
aggradirono, che ec. a dovervi essere si faceva incontro l'uno all'altro. |
Esempio: | E Bocc. nov. 93. 17. Prendila adunque, s'ella t'aggrada, io te
ne priego. |
Esempio: | Dant. Inf. 2. Tanto m'aggrada 'l tuo comandamento, Che l'ubbidir, se già fosse,
m'è tardi. |
Esempio: | Petr. son. 75. Che mal si segue ciò, ch'a gli occhi aggrada. |
Definiz: | §. I. Nello stesso significato si dice: Andare a gusto, Andare a fantasia, a sangue, a
pelo, ma son modi, che hanno del basso. |
Definiz: | §. II. Per Gradire, Avere in pregio. |
Esempio: | Process. Innoc. 4. Avvegna ancora ha fatta amistade co' Saracini ec. e aggradiva
le loro usanze. |
Esempio: | Dant. da Maian. Ball. Ch'eo non fino pensando ec. Com'eo possa servire, Ed
aggradire vostra benvoglienza. |
Esempio: | Ar. Fur. 1. 3. Piacciavi generosa Erculea prole, Ornamento, e splendor del secol
nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole, E darvi sol può l'umil servo vostro. |
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